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Articolo inserito da Giancarlo Lolli in data 01/10/2008
Attività culturali
letto 13476 volte in 15 anni 11 mesi e 16 giorni (2,32)
"Dalli all´untore" "2"

“Dalli all’untore!” “2”

 

Cari amici ed assidui frequentatori del sito www.vecchazzano.it, provo a tornare sull’argomento già trattato una decina di giorni or sono. Il ponte già simbolo del sito stesso e le sue vicende “post restauro”.

 

Inutile qui ripetere che ho trovate, sin dall’inizio, del tutto appropriate le prese di posizione di quanti hanno dato il loro parere ed inserito documentazione al riguardo. Non v’è dubbio che la qualità della vita percepita, meglio, del degrado in questo caso, è fatta anche di queste cose. Queste anche perché offendono, prima di tutto, per la loro stupidità.

 

Appropriate, dicevo, ma non sufficienti, a me pare che sia riduttivo fermarsi alla, pur sempre legittima, denuncia, ma che valga la pena di prendere spunto da questo fatto per approfondirlo considerandolo emblematico del più complesso problema che và sotto il nome di “disagio giovanile”, un disagio che ci compete conoscere e contenere.

 

Non a caso ho scelto quel il titolo, che tanto ha colpito l’amico Ortenzio B. e non a caso c’è in questo una possibile doppia lettura. Provo a spiegarmi meglio.

 

“Dalli all’untore”, è diventato, negli anni successivi alla peste in Milano e tuttora in voga, un modo di dire per indicare un comportamento normalmente volto a cogliere a tutti i costi “l’untore di turno“. Spesso, come nella sfortunata vicenda ricordata dall’Ortenzio B., senza la certezza della colpa, ma nell’intento di esorcizzare quanto prima il problema. Sorta di sindrome fobica, verso chi abbia comportamenti non riconducibili al nostro modello e non conformi al nostro modo di agire. Spesso, limitandosi a stigmatizzare le conseguenze, ignorando le cause.

 

Sia chiaro che non è mia intenzione assolvere così gli incoscienti vandali. Tanto meno, sollevare chicchessia dalle sue responsabilità, nemmeno la società che quei vandali ha allevato ed ha permesso loro di considerare lecito, anzi divertente, comportarsi da vandali.

 

Temo che, se pensassimo che questi episodi fossero l’azione di isolati individui, forviati rispetto alla corretta e diffusa educazione ricevuta, quindi, fosse solo “colpa loro”, commetteremmo un grosso errore. A costo di ripetermi e sembrare a mia volta “bacchettone”, devo dire: purtroppo il problema è qui riassumibile ne “I ragazzi d’oggi e la loro educazione”.

 

Ma chi è veramente deputato all’educazione dei bambini, poi giovani, oggi?

 

La famiglia? La Scuola? La Chiesa? Le forze politiche? Chi?

 

Non vi è dubbio che i genitori hanno preminente questo diritto/dovere e la società con le sue componenti ha il dovere di fornire i mezzi, gli strumenti, per adempiere a questo compito. Responsabilità a cui, è mio parere, non possono abdicare. Se poi questi strumenti vengono resi disponibili attraverso la Chiesa, attraverso la Scuola, ben vengano, visto che esse sono componenti di questa società, sapendo però che, entrambe sono coeducatrici non esclusive. La responsabilità è sempre dei genitori, che possono si essere aiutati ma non surrogati.

 

Questo solleva problemi in ordine alla possibilità per ciascuno di loro (i genitori) di vivere la propria vita modificando quelli che sono stati gli impegni assunti fra loro e verso i nascituri figli della coppia? Anche in questo caso, la loro responsabilità non viene meno, semmai deve rafforzare in loro la ricerca di soluzioni che non penalizzino i più deboli, i figli e non perché lo dice la Religione.

 

Attenzione, ho parlato di educare, e sin qui la Religione non c’entra. Semmai la Religione è parte del contenuto educativo. I principi morali, a cui anche la Chiesa si ispira, sono universali: il senso della responsabilità; il rispetto dell’uno per l’altro, delle sue cose e del suo pensare, non sono appannaggio esclusivo di nessuno, essi sono il patrimonio evolutivo e culturale dell’uomo. Il senso civico, l’etica morale, l’onestà e la sussidiarietà fra gli uomini, che la Chiesa ci ha, per prima, insegnato e di cui si è fatta interprete nel mondo, sono valori che non le appartengono. Essi sono valori universali quasi soprannaturali, una sorta di verità rivelata, dei quali anche la Chiesa Cattolica si è fatta interprete.

 

Fatta chiarezza su questo punto, potremo spazzar via tutto un fardello di pregiudiziali e di veti incrociati e di sospetti, che oggi immobilizzano, o danno alibi, ai gestori della cosa pubblica, gestori cui compete, per l’appunto, di fornire gli strumenti alla famiglia. E’ necessario che, a tutti i livelli, ciascuno per quanto gli compete,si riappropri del dovere di educare: i propri figli, i giovani con cui è a contatto, i giovani delle comunità in cui viviamo.

 

Questo è il mio pensiero, ma ancora non ho detto niente, se non enunciato il fatto. E’ necessario arrivare a capire che cosa non ha funzionato e tuttora non funziona, di questo processo educativo. Occorre discutere fra noi fino a formulare delle ipotesi condivise, che i nostri politici sappiano convertire, con la collaborazione di tutti, in proposte sensate e sostenibili.

 

Aspetto di leggere il vostro parere, prima su questo mio sfogo, ma soprattutto le vostre idee al riguardo con le vostre ipotesi.

 

Da Venezia, tanti cordiali saluti.                            Giancarlo LOLLI

 

 

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Commenti
 
Commento inserito da Gilberto Giorgetti in data 01/10/2008 20:45:46
www.vecchiazzano.it/p.asp?p=702&i=500

Caro Giancarlo,

è stato un piacere leggere “Dalli all’untore 2”, dove maliziosamente alla fine lasci aperto il dibattito sul degrado del neo-restaurato ponte di Vecchiazzano perché altri traggano le tue stesse conclusioni.

Sentirai dire, quasi in un coro comune fatto di rassegnazione o non so cosa altro dirti:

Sono ragazzi… le cose ormai vanno così… è la società moderna che ci porta a questo. Noi siamo vecchi, superati…

Ah, NO! …io non ci sto!

Conosco e conosciamo bene, caro Giancarlo, i nomi e le facce di coloro che hanno fatto della politica un arma di disfacimento sociale, conosco e conosciamo bene i nomi dei giornalisti e delle loro testate che hanno avvallato questo immondo degrado sociale, conosco e conosciamo bene chi nel mondo della cultura ha fatto le “tre scimmie”, in nome dell’espressività artistica. Tutte cazzate!

Bisogna che la politica sana - se la politica sana esiste ancora - riprenda in mano la situazione e insieme alla Chiesa e alle singole persone, di qualunque partito o estrazione sociale esse siano, ridiano armonia a questa società confusa, bombardata di frivolezza, superficialità e becero buonismo, dove ogni giorno si genera sempre più indifferenza e volgarità, senza più rispetto per la vita, per le persone e le cose. Rispetto! Ci vuole rispetto reciproco!

Mi piacerebbe intervenissero coloro che in nome del progressismo hanno tolto i casini dai luoghi chiusi e controllati per metterli sulla strada, in balia di tutti; mi piacerebbe sentire l’opinione di chi inneggia alla libera droga, al libero sesso, al libero di tutto, come se la LIBERTÀ fosse una merce che si compera al mercato.

Non si è capito che dietro a questo pensiero debole c’è chi specula e desidera il disordine e lo sfacelo sociale per poi poter dire: Hai visto il lupo cattivo, dal pelo nero, quanto male ti ha fatto? Per fortuna ci sono io, che ti voglio bene e ti voglio aiutare.

Sono giochi vecchi e per bambini ingenui, ma ancora qualcuno ci casca.

Gilberto




Commento inserito da Viscardo Milandri in data 03/10/2008 20:45:46
www.vecchiazzano.it/p.asp?p=702&i=501

Caro Gilberto seguo con grande interesse lo sforzo che si sta facendo ,su questo "blog" ,anche solo per cercare di affrontare un problema che a mio avviso è  estremamente complesso e coinvolge tutti i vari aspetti della vita del mondo occidentale.

Non c'è dubbio che la società attuale risente di mutamenti così rapidi che le istituzioni non sono in grado di accompagnare e di indirizzare adeguatamente.

Non voglio quì  indicare  i colpevoli,quando qualcosa non va bene,è sempre colpa di chi dirige o meglio di chi governa,ma non voglio entrare in polemiche politiche tantomeno  in quella politica urlata che à allontanato da se tanta parte della società

Credo che ognuno di noi dovrebbe osservare  una regola semplicissima,compiere il proprio dovere, e per compiere il proprio dovere ,io metto il rispetto per le persone anziane il rispetto per i genitori, il rispetto per i figli  il rispetto per i professori il rispetto per gli immigrati che vengono quì per aiutarci nello sviluppo della nostra terra.inoltre ma non certamente  per ultimo rispetto per le regole che la società si è liberamente data,pagare le tasse ,non deturpare i beni pubblici non passare con il semaforo rosso,non superare i limiti di velocità ec.ec. come vedi sono cose  che prese singolarmente sono  molto molto semplici ma nel loro complesso possono portare ad una società migliore,o la mia è solo una grande utopia?




Commento inserito da Gilberto Giorgetti in data 06/10/2008 20:45:46
www.vecchiazzano.it/p.asp?p=702&i=504

Caro Viscardo, ti confesso che comincio ad avere paura, non per le scritte sul ponte di Vecchiazzano, ma per le conseguenze che potrebbe portare un certo liberalismo che sta dilagando.

Noto che la gente ha paura di esporsi, di parlare, di dire cosa non gli sta bene. Questo è un brutto sintomo! Non perché c’è la dittatura, ma menefreghismo. La dittatura non può venire perché non ci sono le condizioni storiche che glielo permettono. Ad. Esempio: ci vorrebbe il consenso del Presidente della Repubblica, la disponibilità dei Generali e il beneplacito dell’Europa… e mai possibile che possa tornare la dittatura in Italia!?

Dicevo che sto fiutando un brutto futuro per il fatto che prima o poi qualcuno potrebbe regolarsi da solo.
Quindi i nostri cari politici debbono mettersi il cuore il pace e debbono cominciare a far coordinare il cervello alle corde vocali, smettere di contestarsi per ogni questione, ma tutti insieme debbono convincersi che così non può andare avanti. C’è più progressismo in una persona che frena perché sa di aver raggiunto il proprio limite, che in un’altra che va a tavoletta per paura di tornare indietro. Bisogna solo convincersi di far rispettare le regole, quelle che i nostri genitori e le nostre famiglie ci hanno insegnato. Con questo non voglio dire che le nostre ragazzate non le abbiamo fatte, ma il senso del rispetto non ci è mai mancato.

No, caro Viscardo, la tua non è un’utopia. E’ solo buon senso, quel buon senso che bisogna recuperare.




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