Nella foto - Il cilindro nei pressi della casa del Gnu.
Dopo numerose proteste dei paesani, che lamentavano la strada sconnessa - una di queste proteste, addirittura, finì sul giornale con tanto di foto: si vedeva un gruppo di persone che zappava e piantava fagioli in mezzo alla strada - nel 1956 il Comune di Forlì iniziò i lavori di asfaltatura della via Castel Latino, primo tratto, con un costo di £. 9.397.500.
Notare il pioppo, che ora non esiste più, davanti al mulino Spazzoli.
Un tempo nella campagna romagnola usava piantare due pioppi all’ingresso di una proprietà o di un podere. Così anche nel caso del mulino Spazzoli in origine i pioppi erano due, le cosiddette “Piopi a la spurtëla” (Pioppi alla porta, entrata) di spallicciana memoria. Inoltre, il primo giorno di maggio, sempre in Romagna, usava mettere un ramo (frasca) di pioppo alla finestra di ogni casa perché “al furmigh al na d’intrê a magnê in tla mi cà…” (le formiche non debbono entrare in casa per mangiare il raccolto… in particolare il grano che volentieri trasportavano dai granai nelle loro tane). Questa simpatica e decorosa tradizione, come tante altre, purtroppo si è persa.
Ritornando ai pioppi del mulino Spazzoli, questi contenevano entrambe le tradizioni, ma poi successe che quello di sinistra morì e l’altro lo seguì dopo breve tempo.
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