La storia della razza Romagnola ha origini antichissime e probabilmente i suoi antenati arrivarono in Italia coi Longobardi (Bos Taurus Macroceros – Uro dalle grandi corna). Riconoscibile dal mantello grigio-chiaro tendente al bianco (in particolare nelle femmine) con sfumature grigie in diverse regioni del corpo, la Romagnola ha un notevole sviluppo muscolare e arti robusti. Ha inoltre corna ben sviluppate, a forma di lira nelle femmine e di mezza luna nei maschi ed è considerata il bovino più resistente al clima tra le razze bianche e la sua adattabilità ai terreni difficili la favorisce al pascolo. A Forlì, sul lato destro di via Ravegnana, lungo l’attuale viale Matteotti e piazzale del Lavoro, dove nel 1925 fu edificata la fabbrica tessile della “Orsi Mangelli”, esisteva un grande spazio verde, che dal 1817 fu adibito a mercato del bestiame. Prima questo mercato si svolgeva nel Campo dell’Abate (attuale Piazza Saffi) e lungo gli arenili dei fiumi nelle località di S. Varano, Villanova, Ronco e fuori Porta Ravaldino. Nello stesso anno (1925) il mercato del bestiame iniziò a svolgersi nel nuovo fabbricato dell’ex “Foro Boario”. Come in tutte le campagne del forlivese, anche a Vecchiazzano ogni famiglia contadina possedeva una stalla ben fornita di mucche ed essendo stato istituito un premio per l’esemplare più bello si era stabilita una specie di gara per avere il bestiame migliore. Inoltre, in ogni località c’era una monta pubblica che permetteva il mantenimento della razza Romagnola. A Vecchiazzano la fecondazione naturale avveniva nella casa del podere “Monta” (in fondo all’attuale vicolo Girondino) di proprietà del conte Bembo. Nella zona non mancarono tori come il campione COLOSSO della “Monta di Ladino” (podere “Doccia” dei marchesi Paulucci, condotto dalla famiglia Sansavini). In seguito, da Ladino i Sansavini si trasferirono a Vecchiazzano nel podere Bacôca, già Rosetti e dei conti Reggiani di Forlì. Colosso era nato a Russi il 5 novembre del 1951. Il padre aveva nome Trento ed era nato a Imola e quando nel 1953 i Sansavini acquistarono Colosso, il toro fu pagato 650.000 lire. Colosso vinse numerosi premi per razza, qualità e peso (q. 14,10), fra i quali la Medaglia d’Oro alla Mostra di Cesena del 1956, per il miglior toro da riproduzione.
Nella foto il toro Colosso (Foto concessa da Maurizio Sansavini)
Guarda il filmato "Luce" del Colosso della Monta di Ladino |