Ricordando Gilberto Giorgetti a 3 anni dalla sua scomparsa il 20 luglio 2012, all'ospedale Morgagni di Vecchiazzano.
Appassionato di storia locale, ha pubblicato con il suo solito entusiasmo numerosi articoli su questo sito, dedicato al suo paese natale. Fondatore ed animatore dell'associazione culturale 'La Foglia', Giorgetti era molto noto in città sia per le innumerevoli pubblicazioni e collaborazioni con giornali locali, sia per il suo impegno politico a fianco di Marino Bartoletti nella lista 'Viva Forlì'. Giorgetti è morto all'età di 71 anni.
Sergio Sala, Gilberto Giorgetti e Lamberto Valli in una foto del 1960
Dal carattere eclettico è nato a Forlì il 4 gennaio 1941, figlio di Agostino (disperso in Russia dal 1943) e di Pia Valbonesi, dal 1965 era sposato con Giuseppina Masotti ed ha due figli, Fabio e Giorgio. Alle scuole industriali di Forlì, Giorgetti ebbe come insegnante di disegno lo scultore Giuseppe Casalini. In seguito, la passione per l'arte lo portò a frequentare i pittori Antonio Barrera, Giulio Cisari, Irene Zini, Maceo Casadei, Irene Ugolini Zoli, con la quale a Forlì collaborò alla squadratura degli affreschi nella sala riunioni del Tendicollo di via Maceri, ma il suo vero maestro è stato Antonio Barrera, pittore e promotore della Quadriennale Romana, che partecipò a dieci Biennali Veneziane. Quando l'artista si stabilì a Forlì conobbe casualmente Giorgetti. Quindi la formazione pittorica di Giorgetti è proprio da collegare ai cinque anni che Barrera visse a Forlì, ospite della Fondazione Garzanti.
Dopo la morte del maestro, avvenuta nel 1970, Giorgetti iniziò ad interessarsi di storia locale e negli anni Ottanta contribuì graficamente ai volumi di mons. Gian Michele Fusconi: "S. Antonio di Padova a Forlì" e "Forlì e i suoi Vescovi". La sua figura è molto nota per la partecipazione a tantissimi incontri in cui illustrava le vicende della storia cittadina. Uomo di cultura, attivo nell’associazionismo, animatore di iniziative, appassionato di storia e di memorie cittadine, Giorgetti ha legato il suo nome a numerose pubblicazioni, articoli, convegni, incontri e mostre. Con la sua scomparsa, Forlì ha perso un cittadino di rilievo che con forza di volontà e passione ha dimostrato grande impegno a favore del proprio territorio.
Gabriele Zelli, sindaco di Dovadola, scrisse:“È Scomparso con Gilberto un cultore dell'arte e della storia di Forlì e della Romagna". Gilberto era un accurato studioso, un minuzioso collezionista di documenti (preziosissimo il suo archivio di foto d'epoca di Forlì e non solo) e un appassionato di motori: era un interprete a tutto tondo della più genuina cultura romagnola, che spetta a tutti noi evitare che vada dispersa"
Il vuoto lasciato dal grande storico forlivese scomparso il 20 luglio 2012 per un ictus, si stempera parzialmente nella ricchezza del suo lavoro storiografico, frutto di decenni di studi e ricerche. Autore di numerose pubblicazioni su Forlì, Giorgetti ha attinto a piene mani al suo monumentale archivio documentale.
“E’ tutto a disposizione di quanti vogliono continuarne l’opera”. Per Giuseppina “Pina” Masotti, vedova Giorgetti, il modo migliore per ricordare l’amato “Gibo” è proprio “coccolare” lo straordinario patrimonio lasciato dal marito. Si stanno adoperando con impegno i figli Giorgio e Fabio, soprattutto quest’ultimo, tecnico operatore della sede Rai di Bologna, che scansiona e digitalizza carte su carte non appena ha un momento libero. “Ogni volta che un ricercatore o anche semplicemente un amico – continua Pina - chiede di curiosare fra quei pezzi unici, stampe, cartoline, scritti, disegni e persino registrazioni vocali dei protagonisti della storia forlivese dai primi del ‘900 ad oggi, è come se Gilberto fosse ancora qua, in carne e ossa”. Giorgetti continua a vivere grazie alla straordinaria passione per la storia della sua città.
“E’ vero – conferma Pina - ma è stato proprio quell’interesse per il passato e la tradizione romagnola che gli ha fatto amare la vita, anche nei vent’anni e più trascorsi su una carrozzina a causa della malattia”. La più grande scoperta di Gilberto rimane un sito archeologico alle porte di Forlì, sulla strada per Meldola, intuito quando ancora stava bene, mettendo a confronto i documenti in suo possesso con quanto emerso dal cantiere di un’opera pubblica. Giorgetti amava Forlì e i suoi protagonisti. Coautore di una collana sui rioni cittadini avviata nel 2004 dalle Edizioni Almanacco, nel volume dedicato a Borgo San Pietro sorprese tutti con l’annuncio del ritrovamento di una formella in cotto, incastonata nell’antica porta, riportante l’anno del rifacimento delle mura da parte di Caterina Sforza. Com’è noto, agli inizi del XX secolo l’Urbe era ancora circondata dai possenti bastioni di difesa, eretti a partire dal XIII secolo e completati dalla Lady di Ferro durante la sua signoria. Nel 1905, scimmiottando una decisione analoga presa a Bologna, l’allora Amministrazione comunale di Forlì pensò bene di farne tabula rasa, in quanto “ostacolavano lo sviluppo dei commerci”.
Non fu risparmiata neppure l’antica Porta Valeriana, posta sullo sbocco di via Battuti Verdi su viale Salinatore, in cui sopravviveva una madonnina ancora veneratissima dalla popolazione. “In una parete delle mura a lato della Porta San Pietro – scrive Giorgetti in “Borgo San Pietro” – la Signora di Forlì aveva fatto collocare una piastrella con l’anno di consolidamento dei bastioni. Della piccola lapide, citata nella sua “Cronaca” da Biagio Bernardi, detto Novàcula, non si conosceva l’esistenza”. Realizzata nel 1864 in luogo dell’antica porta, la cosiddetta Barriera Mazzini era sfuggita alla demolizione delle mura, ma non al bombardamento aereo del 19 maggio 1944. “Qualcuno pensò di recuperare e porre in salvo la piastrella di Caterina, che recentemente è apparsa in una collezione privata”.
L’importanza di quella mattonella sfuggì a tutti, ma non a Gilberto. Il suo primo libro è stato “Forlì ieri e oggi”, scritto a quattro mani nel 1989 con don Mario Fusconi Negli ultimi giorni di vita stava lavorando alla nuova uscita della collana “I Borghi”, dedicata a Vecchiazzano, la località in cui nacque il 4 gennaio nel 1941 e dove giacciono i suoi resti mortali, nel locale cimitero. La pubblicazione, realizzata a marzo del 2014 a cura di un gruppo di studiosi locali, è stata dedicata proprio all’indimenticabile “Gibo” Giorgetti e all’amore incondizionato per la sua città. |