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Articolo inserito da Massimo Gramellini in data 02/12/2007
Cosa non piace del paese
letto 15323 volte in 17 anni 0 mesi e 3 giorni (2,47)
Come lo scorso anno, per il Natale, il Comune ci fa un bel regalo!!!
Ringraziamo l'amministrazione comunale che anche per qust'anno,per festeggiare il Natale ci fa dono, potenziando il bell'antennone della WIND, già piazzato nell'area verde di Via del Cavone, di un altro ripetitore della TIM. In tutto forse si arriverà quasi ai 40 metri, così Vecchiazzano sarà individuabile anche da lontano!


Ci date ancora una volta la possibilità di “fare osservazioni” sull’installazione di un altro ripetitore di telefonia mobile sulla medesima antenna già contestata un anno fa :ci state prendendo in giro?

Oltre il danno, a cui ne volete aggiungere un altro, anche la beffa?

A cosa è servito: cercare di spiegare che la zona da voi scelta è troppo vicina alle abitazioni, a una casa di cura, ad un area verde e che di spazi alternativi, a Vecchiazzano, se volevate, ne trovavate in quantità?

Che più di cento residenti hanno protestato e speso di tasca propria per il ricorso al TAR di Bologna, contro l’orrendo mostro, a cui volete aggiungere un altro ripetitore, vero attentatato alla salute?

E Che dire delle vostre assicurazioni che, poiché è nella politica della “spalmazione delle onde magnetiche”, non si sarebbe verificato la tanto temuta sovrapposizione dei campi magnetici, ad opera di due diversi gestori della telefonia?

Siamo avviliti e delusi, prima di tutto dalla “nostra” amministrazione locale, che in un primo momento non ci ha informato della cosa e in un secondo ci ha dimostrato incapacità e incompetenza nell’affrontare il problema.

Una cosa è sotto gli occhi di tutti: l’eccesso e l’abuso di potere, col quale l’attuale amministrazione, sempre più spesso si rapporta con il cittadino più onesto e indifeso, dimenticando la sua origine di salvaguardia dei più deboli e delle ingiustizie. Non è forse un’ingiustizia l’imporre l’installazione dell’antenna in questione dapprima in un posto sbagliato e poi, visto che i residenti protestano, permettere ad un altro gestore di utilizzarla pure lui?.

Come tutte le amministrazioni, anche questa ha un volto e tanti volti più o meno importanti, più o meno, nel nostro caso, colpevoli. Ce li stiamo imparando e memorizzando ad uno ad uno, nel ricordo che se davvero accadessero episodi spiacevoli per la nostra salute, sapremo a chi rivolgerci di dovere.

N.B. da quando la Wind ha iniziato a funzionare (e ricordo a tutti lor signori la vergogna del generatore a gasolio che solo la nostra protesta ha fatto cessare, visto come controllate le istallazioni delle antenne), di volatili se ne vedono pochi, molto meno di prima, quando la nostra zona era, non dico un paradiso, ma almeno si viveva senza la paura e l’orrenda visuale di quel mostro, che sta terrorizzando tutto il nostro quartiere.

I soliti firmatari della protesta dello scorso anno; non siamo i soliti ignoti, avete TUTTE le nostre firme depositate!

La lettera di protesta è stata inviata a chi di dovere e ha avuto riscontro immediato nella pubblicazione di un articolo sul Carlino di martedì 27 novembre.

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Commenti
 
Commento inserito da Cristina Maltoni in data 03/12/2007 20:45:45
www.vecchiazzano.it/p.asp?p=477&i=209
tratto da http://www.viacapodistria.it/comitato/dovevivere


La città dove vorrei vivere...
Appello pubblico del comitato di via Capodistria, Treviso, 5 luglio 2005

Vorrei vivere in una città dove le effettive necessità dei suoi abitanti siano affrontate e risolte dal “Garante” non perché “necessità di destra” o “necessità di sinistra”, ma perché meritevoli di attenzione, in quanto riguardano in assoluto concittadini bisognosi di tutela.
Vorrei vivere in una città dove il “Garante”, esercitando compiutamente l’autorità istituzionale che gli compete, esalti la protezione dell’ambiente e soprattutto della salute umana, che l’articolo 32 della Costituzione italiana tutela come diritto fondamentale dell’individuo e come interesse generale della collettività.

Tale diritto fondamentale e generale è prevalente rispetto ad eventuali interessi con esso confliggenti, con la conseguenza che la disposizione istituzionale, così come consente di pretendere il risarcimento a chi ha subito un danno nella salute, allo stesso modo deve consentire, a chi subisce un pericolo per la propria salute, di esigere la rimozione della situazione di pericolo.
Vorrei vivere in una città dove il “Garante” si ricordi sempre che il diritto alla salute è inviolabile e deve essere tutelato in via prioritaria rispetto alla soddisfazione di qualsiasi altro interesse, sia esso pubblico o privato.
Vorrei vivere in una città dove il “Garante” non disattenda l’articolo 8 del decreto legge n. 36 del 22 febbraio 2001 (Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettromagnetici), articolo che riguarda la protezione dalle esposizioni ai suddetti campi, ottenuta con il corretto insediamento urbanistico territoriale delle Stazioni Radio Base per UMTS (cioè per la videotelefonia mobile), al fine di minimizzare l’esposizione della popolazione.
Vorrei vivere in una città dove il “Garante” rispetti l’articolo 2/1 della legge 833 del 1978, che stabilisce che la conservazione dello stato di salute in ogni ambito di vita e di lavoro, costituisce uno degli obiettivi del sistema sanitario del nostro stato.
Vorrei vivere in una città dove il “Garante” rifletta sul principio stabilito dalla Suprema Corte Costituzionale in tema di responsabilità da inquinamento elettromagnetico in base al quale: Il diritto alla salute nel nostro ordinamento deve essere tutelato non solo in via successiva, attraverso il risarcimento del danno, ma anche in via preventiva, attraverso la facoltà riconosciuta al titolare di tale diritto di inibire le altrui condotte che possano mettere in pericolo quel diritto.
Vorrei vivere in una città dove il “Garante” promuova un regolamento comunale compatibile con la tutela degli interessi ambientali, che stabilisca che la localizzazione degli impianti sia definita all’interno di siti idonei (distanti da edifici dove sia prevista una permanenza prolungata e ripetitiva oltre le quattro ore giornaliere), che vieti comunque l’irradiazione di siti sensibili (scuole di ogni grado e tipo, parchi e aree per il gioco e lo sport, ospedali, case di cura e di riposo, e quant’altro).
Vorrei vivere in una città dove il “Garante” invii la proposta del Piano comunale di installazione degli impianti di telefonia mobile ai Consigli di quartiere territorialmente interessati, per conoscerne il parere e tenerne conto, e consenta alle associazioni più rappresentative di intervenire in un dialogo reale, con memorie, osservazioni e controdeduzioni.
Vorrei vivere in una città dove il “Garante” agisca rigorosamente secondo il Principio di Precauzione, raccomandato sia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che dalla stessa Legge quadro n. 36, dal momento che ad oggi risulta fortemente dibattuta l’esistenza di effetti dannosi per la salute, a breve e a lungo termine, attribuibili all’esposizione di onde elettromagnetiche emesse proprio dalle Stazioni Radio Base per UMTS.
Vorrei vivere in una città dove il “Garante” legga, prima dell’approvazione della delibera di un qualsiasi “piano antenne”, quanti più studi scientifici pertinenti e tra questi quello firmato dal dottor Henry Lay (Stati Uniti, 1977), che ha sin da allora dimostrato che la radio frequenza usata dal sistema UMTS è in grado di “rompere” i filamenti del DNA, cioè di alterare la struttura della molecola chiave degli esseri viventi.
Vorrei vivere in una città dove il “Garante” faccia proprio il rapporto STOA 2001, eseguito per conto del Parlamento Europeo, che sostiene che il rispetto dei limiti di esposizione, elaborati anche in senso cautelativo per la tutela dagli effetti acuti dell’esposizione prolungata a campi elettromagnetici (in particolare alle interferenze che le frequenze CEM provocano sul corpo umano) è condizione necessaria, ma non sufficiente, per tutelare in modo certo la popolazione dagli effetti a lungo termine anche di esposizioni continuative a basse dosi.
Vorrei vivere in una città dove il “Garante” riflet


Commento inserito da Cristina Maltoni in data 03/12/2007 20:45:45
www.vecchiazzano.it/p.asp?p=477&i=210


continua.....
sul motivo che ha indotto, dal 2004, le più grandi compagnie di mediazione assicurativa, la MARSH e la AON, e la maggiore compagnia assicurativa tedesca ALLIANZ, al rifiuto ad assicurare i danni alla salute causati dalla telefonia mobile.
Vorrei vivere in una città dove il “Garante”, aderendo all’Appello di Friburgo, lanciato nell’ottobre del 2002 dall’Associazione interdisciplinare per la medicina ambientale, diventi il “difensore civico” della salute dei cittadini, il cui fondamentale diritto alla vita e all’integrità fisica oggi è messo in forse, e agisca per l’affermazione di tecnologie della comunicazione prive di effetti negativi sulla salute, testate e valutate prima della loro introduzione sul mercato e senza cedere ad alcun interesse di parte.
Vorrei vivere in una città dove il “Garante” discuta nel Consiglio comunale della sua città la ricerca sugli effetti sanitari dei campi elettromagnetici condotta dall’Istituto di Ricerca del Governo Olandese su richiesta dei ministri della Salute, della Telecomunicazione e dell’Economia. Tale ricerca ha stabilito che nei soggetti esaminati (72 persone) esposti alle frequenze degli UMTS (con un campo di 1 Volt/metro), si è riscontrata una relazione statisticamente significativa tra le alterazioni allo stato di benessere degli stessi, compromesso da mal di testa, nausea, vertigini, e la loro convivenza con l’esposizione alle onde elettromagnetiche.
Vorrei vivere in una città dove il “Garante” non diventi il subappaltatore dei piani di investimento dei gestori di telefonia mobile, interessati solo al guadagno, indifferenti quindi alla salute delle persone esposte ai campi elettromagnetici.
Vorrei vivere in una città dove il “Garante” abbia un comportamento analogo al Consiglio dell’Unione Nazionale Svedese degli affittuari (che riunisce il 45 % degli inquilini della Svezia). L’Unione ha dichiarato infatti che si opporrà all’installazione delle antenne per la telefonia mobile di terza generazione (UMTS, appunto) sulle abitazioni o nelle loro vicinanze finché non saranno chiariti gli effetti sulla salute. E˙ una pratica applicazione del “Principio di Precauzione”.
Vorrei vivere in una città dove il “Garante” adotti, al pari del sindaco di Parigi, una “carta di buon comportamento” per ridurre al minimo l’impatto dei ripetitori sulla salute dei cittadini e degli interessi ambientali. E˙ basata su soli tre punti:
1. garantire ai cittadini che abitano in prossimità dei ripetitori un livello debole di esposizione;
2. consentire un’informazione trasparente;
3. assicurare un’integrazione meno invasiva possibile dei ripetitori nel paesaggio urbano.
Vorrei vivere in una città dove il “Garante”, al pari dei colleghi sindaci di Copenaghen e di molte altre città danesi, blocchi l’installazione delle antenne sulle proprietà pubbliche finché non sarà certo che sono innocue, quale conseguente risultato della forte denuncia, da parte del mondo scientifico e dell’informazione, sui possibili danni alla salute provocati dalle antenne UMTS.
Per questi e tanti altri motivi Le chiediamo Illustrissimo Signor Sindaco di Treviso, Garante della salute della città di Treviso, di non considerare gli abitanti del Comune come cavie da laboratorio, perché, allo stato dei fatti, tutti insieme forniremo nel tempo la documentazione sugli effetti dell’esposizione prolungata a campi elettromagnetici.
E La informiamo infine che civilmente ma strenuamente, La contesteremo in ogni forma e in ogni grado consentitoci, sia per l’inerzia dimostrata nei confronti della tutela della salute di tutti i cittadini di Treviso che per l’attuazione dell’attuale “piano antenne”.


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