Articolo inserito da Cristina Maltoni in data 07/09/2007
Scuola e Asilo
letto 30785 volte in 17 anni 1 mesi e 29 giorni (4,91)
La valigia dei ricordi attraverso i racconti dei nonni .
Sul sito di Vecchiazzano sono presenti tantissime immagini , fotografie, cartoline, disegni, stampe che fermano la nostra memoria nel passato.
I nostri ricordi iniziano a perdersi nel tempo che scorre.
Il ricordo è qualcosa che hai? O qualcosa che hai perduto? Me lo chiedo spesso !
Che potere grande hanno i ricordi!!!!
Un eterno sorriso o un eterno rimpianto?
Di qualunque tipo essi siano ti fanno sentire sempre vivo.
La memoria è un presente che non finisce mai di passare...il ricordo è una meravigliosa forma d'incontro e di condivisione che arricchisce chi lo evoca e fa riflettere chi lo ascolta.
Partendo da questa riflessione personale desidero condividere il lavoro che a scuola ha visto coinvolti gli alunni, gli insegnanti , i genitori e alcuni nonni , sull'approfondimento del concetto di memoria come identita' e diversita' , scoprendo analogie e differenze tra storie personali, permettendo i primi timidi contatti con l'attualita'.
La storia della scuola rievocata attraverso i racconti dei nonni ha rappresentato una valida occasione formativa.
I bambini hanno potuto sperimentare il concetto di appartenenza e condivisione e hanno potuto ricostruire la propria storia di comunita' attraverso il confronto con stili di vita e abitudini diverse dalle loro.
C'è stato un vero e proprio scambio riferito al modo di vivere e al ricordo di quegli anni.
Attraverso la valigia dei ricordi si sono raccolte emozioni e sensazioni il tutto con atteggiamento di rispetto e valorizzazione del proprio territorio a partire dall'ambiente scolastico.
La conoscenza storica è una realta' non conoscibile direttamente ma solo attraverso la mediazione delle fonti.
La storia che conosciamo è quella che ha lasciato tracce dietro di sè e un modo per ricordarlo è stato attraverso la realizzazione di una memoria storica.
I ricordi dei nonni e le loro storie sul quartiere e sulla citta' sono stati il motore dell'esperienza che ha portato i bambini a comprendere che il territorio in cui vivono non è sempre stato come loro lo vedono.
Il percorso è partito dalle esperienze che i bambini hanno della loro citta'; in seguito le percezioni si sono intrecciate con le memorie dei nonni fino a costruire un pezzo della storia scoprendo trasformazioni e cambiamenti attraverso i ricordi.
La condivisione ha alimentato l' idea del crescere insieme appartenendo alla stessa comunita'.
Ai genitori è stato chiesto di riaprire le scatole, gli album pieni di foto, che ricordavano i loro tempi a scuola e le loro giornate .
Grazie al lavoro le insegnanti hanno fatto riemergere veri e propri tesori nascosti dentro i cassetti gelosamente custoditi.
Il tempo del presente costruisce il passato che dopo essere stato vissuto puo' essere scomposto attraverso frammenti di ricordi che si conservano.
Il concetto di tempo che si integra nelle azioni, nelle trasformazioni , nei cambiamenti perde l'aspetto di contenitore da riempire e si personalizza differenziandosi per ogni bambino protagonista.
I racconti aiutano ad immaginare quello di cui i bambini non possono avere memoria ed attraverso le parole dei grandi i piccoli ricordano il tempo dell'attesa, il tempo della nascita...
Il tempo passa e il bimbo impara cose nuove dai grandi che hanno gia' svolto e che possono insegnare.
Con la guida dell'insegnante i bambini hanno imparato a ripercorrere i momenti della loro vita attraverso una continuita' fra tutte le materie.
Ecco cosa è riemerso dal fondo della cartella dei ricordi...
Il lavoro è partito attraverso il punto di vista dello storico .
Sono state confrontate le condizioni di vita attuali degli alunni con quelle dei propri nonni quando avevano la loro stessa età. I bambini hanno potuto conoscere modi di vivere ed esperienze a loro poco note. Spesso, infatti, i ragazzi di oggi ignorano molti aspetti della vita nel tempo passato,anche della vita che i loro genitori e ancor più i loro nonni hanno condotto quando avevano la loro stessa età.
Alcuni nonni (per es Graziella l’esperta del ‘900) ha raccontato che a quel tempo non erano fortunati come siamo noi oggi e ha fatto notare come oggi i ragazzi a scuola vanno in macchina, ben vestiti e con zaini di tela, originali, di marca.Loro invece a scuola andavano a piedi, con gli zoccoli e, se faceva freddo, indossavano la mantella e gli stivali dei loro padri, che poi nascondevano per non farsi vedere dai compagni più benestanti;
I nostri nonni ricordano che la scuola un tempo era molto diversa da come è oggi. Infatti le classi erano composte da 30-40 ragazzi circa: maschi e femmine con età diversa.
I banchi avevano una ribalta e servivano per contenere il libro, ce n’era soltanto uno e serviva per tutte le materie; le cartelle erano di cartone pressato.
Le penne biro non esistevano ancora e quelle stilografiche erano appena state inventate: si scriveva col pennino intinto nell’inchiostro contenuto nel calamaio ma, se per sbaglio l’inchiostro gocciolava sul quaderno bisognava asciugarlo subito con la carta assorbente.
Le materie che venivano insegnate erano principalmente: matematica, italiano, storia, scienze ed artistica.
Vi erano pochi insegnanti, i quali tenevano l´ordine nell´aula picchiando gli alunni con la bacchetta o mettendoli in castigo, facendogli indossare delle orecchie d´asino di cartone e mandandoli in punizione dietro alla lavagna.I colori erano soltanto sei e gli astucci erano veramente molto piccoli. I libri non erano illustrati e c’erano soltanto due quaderni piccoli, uno a righe e uno a quadri. A quei tempi bisognava portare sempre un grembiule nero con il colletto bianco per i maschi e le femmine col fiocco.
Se d’inverno la scuola era fredda ogni alunno doveva portare un pezzo di legno per riscaldarla
Non tutti andavano a scuola e molti, dopo aver finito la quinta elementare, non andavano avanti a studiare, ma andavano a lavorare. Durante l’attività scolastica, i ragazzi imparavano a lavorare il legno e le ragazze a cucire e a cucinare.
Anche le pagelle e i diplomi risultano molto diversi rispetto agli attuali sia nell’aspetto che in ciò che c’è scritto: grandi, di cartoncino abbastanza rigido, con voti numerici o valutazioni verbali con l’uso di aggettivi e con l’indicazione di materie che non sempre coincidono con quelle odierne.
Mai ascoltato musica a scuola e raramente si intonava qualche canzone. A fine anno, si organizzava un saggio teatrale, una noiosa recita da proporre a genitori, nonni e, soprattTutto al direttore.Non esisteva l'ora di ed fisica .Ciò che aveva a che fare col movimento, riguardava i dieci minuti dell’intervallo, che si dilatavano anche del doppio o del triplo quando gli insegnanti si fermavano a parlare tra di loro.
Quando tornavano a casa, le femmine dovevano aiutare la mamma a cucinare, a curare i fratelli, e, visto che non esisteva la lavatrice, come oggi, dovevano pulire i panni a mano. Però l’acqua non si buttava via, ma si riutilizzava per qualcos’altro, perché era un bene prezioso. Dovevano andarla a prendere al pozzo, lontano da casa, quindi prendevamo i secchi, se li caricavano sulle spalle e si incamminavamo verso il pozzo.
Alcuni avevano anche una capretta, che tenevano con gran cura perché lei riforniva il latte.
Cerchero' fra le foto vecchie dei miei nonni qualcosa che ricordi quei bellissimi tempi e invito tutti a riaprire i cassetti!!