Articolo inserito da Gilberto Giorgetti in data 05/08/2006
Personaggi
letto 37847 volte in 18 anni 3 mesi e 26 giorni (5,66)
Mario Bonavita MARF (1894-1946) - compositore musicale
Nacque a Forlì il 12 gennaio del 1894. Studiò chimica, si laureò in farmacia e andò a dirigerne una a Milano. Fu nella città meneghina che incontrò Paolo Bernard e Vittorio Mascheroni e si dedicò con passione alla composizione musicale (parole e musica), senza disdegnare quella di cantante. Bonavita seppe fondere con grande perizia l’attività di musicista con quella di ricercatore scientifico, che poi applicò sia alla fauna che alla flora. Giovane di talento, appena laureato, il prof. Ghigi lo volle come assistente di Zoologia all’Università di Bologna e poi lo indirizzò alla Stazione Sperimentale di Pollicoltura di Rovigo. Mario Bonavita amava giocare col proprio nome e all’inizio della carriera si firmò “Goodlife”, ma poi tutti lo hanno conosciuto come Marf. Tentando un’interpretazione dello pseudonimo, quasi tutti sostengono che Bonavita avesse abbreviato il nome Mario con l’aggiunta finale della “F” di Forlì.
Dal temperamento eclettico, oltre ad essere compositore musicale era un raffinato pittore, un appassionato allevatore di animali da cortile e uno stimato floricoltore. Infatti, al “Tesoro”, la propria villa di Vecchiazzano (Forlì), lungo la strada per Massa, dove abitava dal 1936, componeva musica, dipingeva delicati e poetici quadri, allevava polli, conigli, piccioni, tacchini e riproduceva ibridi di giaggioli (Iris). Fra le tante composizioni, Marf predilesse “Berrettino”, forse per lo scarso successo ottenuto. Il testo della canzone racconta la storia di un berrettino, che in testa a più persone gira il mondo e viaggia sui monti, al mare, in campagna e in città, ovunque lo indossi la gente. Questo berrettino sembra scandire il tempo e segna gli eventi della storia, diventando egli stesso simbolo, oggetto e ricordo, nei momenti di pace e in quelli di guerra. Una metafora che si rinnova e si trasforma nei secoli. Ma la canzone più famosa di Marf rimane “Bombolo”, un testo di grande successo scritto con l’inseparabile Mascheroni.
Scrisse anche tre canzoni in vernacolo romagnolo (forlivese).
Il 3 agosto del 1946 morì nella villa “Tesoro”.
Ascolta la canzone cantata da Alberto Zecchini
"La piò bela d'avciazan"
Parole e musica di Mario BONITA MARF 1940
Commento inserito da
Gilberto Giorgetti in data 24/10/2007 20:45:45
www.vecchiazzano.it/p.asp?p=79&i=165
La più bella di Vecchiazzano a cui fa riferimento Marf nella sua canzone in vernacolo romagnolo dovrebbe essere Adriana Piolanti, la quale abitava nella casa di Caplet: in effetti era una bella ragazza, giudicandola secondo i canoni estetici del tempo.
- Bombolo, a cui si ispirò Franco Lechner, per assumere appunto il nome d'arte di Bombolo. Ad esempio della sua fama, il disco di Bombolo viene ascoltato anche nella prima puntata de L'albergo delle tre rose, uno sceneggiato RAI del 1974 dedicato al commissario De Vincenzi.
La villa Tesoro è una costruzione a tre piani, alquanto semplice, eseguita da Attilio Pasini alla fine del XIX secolo. La villa, circondata da un verdissimo parco, si raggiunge percorrendo un magnifico viale di pini marittimi, a cui fanno riscontro altre splendide piante di larici.
Nel 1894 l’edifi...
"Ricordo di Marf" (Mario Bonavita)1894-1946
Il Comitato Pro Forlì Storico Artistica è lieto di presentare in occasione della graditissima 16ª riunione dei forlivesi lontani per «Una dmenga a ca’ nostra» questo volumetto dovuto a Daniele Gaudenzi in ric...