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Articolo inserito da Andrea Gorini in data 12/04/2013
Personaggi
tratto da “ALBUM di FAMIGLIA” di DANIELE GAUDENZI del 1991
letto 18836 volte in 11 anni 7 mesi e 25 giorni (4,43)
Elvio Gardini

 

Elvio Gardini è uno di quei romagnoli che all’apparenza sembrano scorbutici, mentre quando entrano in confidenza sono dei veri compagnoni.

Gardini è, oltretutto un “compagno” : un socialista convinto che è passato attraverso tutte le drammatiche esperienze del socialismo italiano del dopoguerra, fra scissioni, riunificazioni, abbracci, contese, lotte e speranze.

Alla politica s’è avvicinato molto giovane, nel ’47, all’epoca della scissione “saragattiana” (socialdemocratica) di palazzo Barberini.

Lui, che è nato a Vecchiazzano da una famiglia di cantonieri (per sei generazioni, sottolinea con orgoglio) – la nota “Marina Gardini” è cugina del padre: sono molti i Gardini nella zona fra Vecchiazzano e S. Lorenzo, dov’era la famiglia dei “Muziètt”, da cui Vincenzo Gardini, il giovane Elvio s’imbarcò subito con i socialisti democratici in opposizione ai comunisti e ai “fusionisti”.

Non fu però un tranquillo socialdemocratico “atlantico” di destra: aderì infatti alla sinistra del PSDI capeggiata da Zàgari (un giovane che s’era già fatto notare per le sue qualità politico-intellettuali al Congresso della Gioventù Europea di Vienna nel ’42 e che poi divenne uno degli oppositori della dittatura fascista.

Elvio Gardini non manca di far rilevare, con soddisfazione, all’interlocutore, il ruolo rilevante, anzi determinante, che le minoranze socialiste hanno sempre avuto nelle ore cruciali della nostra storia politica: furono i socialdemocratici a sconfiggere il Fronte Democratico Popolare nel ’48 (la loro scissione aiutò, infatti, in maniera decisiva la vittoria democristiana), furono ancora le minoranze socialiste a sconfiggere , nel 1953, il piano DC  per la realizzazione di quella “legge maggioritaria” (la cosiddetta “legge truffa”) che le opposizioni ritenevano peggiorativa rispetto alla stessa legge fascista Acerbo.

Queste ultime minoranze erano costituite, precisamente, dal MNIS (Movimento Unitario per l’Autonomia Socialista) di Mario Zagari (uscito dal PSDI), dall’ USI (Unione Socialista Indipendente) di Aldo Cucchi e Valdo Magnani (usciti dal PCI: quelli che Togliatti ebbe a definire sprezzantemente “i due pidocchi usciti dalla criniera del nobile cavallo di razza comunista”: poi Cucchi, medaglia d’oro della resistenza, andò nel PSDI, mentre Magnani, cugino della Jotti, ritornò, per morirvi, nel PCI) e, infine, dall’Unità Popolare di Tristano Codignola (ex PSI), e Ferruccio Parri (ex PRI).

Elvio Gardini, dal 1953 al 1963, militò attivamente nel MUIS assieme a M. Savini, Azer Cicognani e ad un gruppo di operai della “Mangelli”, legandosi di stretta amicizia con M, Zagari ( più tardi sottosegretario agli Esteri, e Ministro della Giustizia), un’amicizia che dura tutt’ora.

Poi il MUIS e “Unità Popolare” confluirono nel Partito Socialista, nel 1962.

Quelli dell’USI, invece, ch’erano stati accusati d’essere dei “titoisti”, si dispersero: uno dei loro più validi esponenti, Lucio Libertini (che scriveva dei bellissimi articoli sul loro “Risorgimento Socialista”) dalla “destra” dell’USI è passato al “ fronte del no” nel PCI.

Elvio Gardini, che per oltre vent’anni ha fatto poi parte del direttivo provinciale della federazione socialista, eletto per 4 anni al Comitato regionale ( dopo aver preso parte al Congresso di Parma), è venuto ricoprendo una serie di cariche pubbliche di rilievo.

Ottenuto il diploma di ragioniere, dopo aver lavorato alla Sita e poi all’Ospedale, nel 1965 ha ricoperto il ruolo di consigliere dell’Azienda Gas Acquedotti.

Succeduto all’avvocato Frontori , nel 1966, alla presidenza della Centrale del Latte, ha mantenuto tale incarico fino al 1975.

Per un biennio membro del Consorzio Interprovinciale Trasporti, ha presieduto per tre anni l’ATR ed è stato pure membro del Consiglio della SOPROMER, la Società per la Promozione dei Mercati dell’ Emilia Romagna, presieduta da Enzo Leoni.

Ha svolto anche attività assicurativa , con l’”Adriatica” del Comm. Buzzi.

Oggi Gardini è il direttore amministrativo dell’USL 38.

Come si vede, una vita densa d’impegni e di attività. Sono ormai lontani i giorni in cui Elvio frequentava, con gli altri giovani della sua età, l’edicola Damerini all’angolo della Chiesa del Suffragio e divorava i libri e le pubblicazioni politiche, particolarmente quelle della Casa editrice fiorentina “ La Nuova Italia”.

Oggi sono rimasti i contatti con l’amico Zagari, già Vice presidente del Parlamento europeo, che presiede il Movimento Federativo Socialista per l’Unità Europea.

Gardini s’è sposato relativamente tardi, sui quarant’anni’ ed ha una figlia. E’ un grande appassionato di cavalli, ne è un intenditore (“ il cavallo capisce quando ha vinto”) e corre molto spesso all’Ippodromo cesenate, non già per scommettere bensì per ammirare gli splendidi trottatori. (La passione per i cavalli ce l’hanno anche Andreotti e Giacomo Mancini). Quando può, va anche al mercato domenicale di Modena.

Da giovane, qualche volta, ha pure cavalcato.

Oltre al cavallo (che Buffon, ne “Gli animali”, definisce “ la più nobile conquista dell’uomo”), Elvio Gardini ama il circo, di un amore felliniano: ne conosce i segreti, possiede tutti i libri sull’argomento, conosce a menadito tutte le genealogie degli artisti più famosi, le grandi dinastie del circo, i “clown” e gli acrobati, i domatori.

Si esalta per “lo scimpanzé che conta”.

E’ buon amico del “re dei cantastorie”, il buon Lorenzo de Antiquis, la cui moglie è un’artista degli Orfei.

Fatelo parlare di cavalli e dei circhi equestri, lo vedrete trasformarsi.

Con la gioia di un fanciullo, sul volto prima attento e severo. “Gratta il romagnolaccio…” ( e ci trovi il vecchio ragazzo pieno d’entusiasmo).

 

 


Il testo è tratto dal libro “ALBUM di FAMIGLIA” di DANIELE GAUDENZI del 1991

 

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