Con la tecnologia è tutto tracciabile, anche farmaci e sangue
Garantita a Forlì la completa informatizzazione e tracciabilità del sistema di gestione
Processi informatizzati e completamente tracciabili per garantire al paziente prestazioni sempre più appropriate, trasparenti, e sicure. Dalla gestione del farmaco al percorso chirurgico, sino all’approvigionamento di sangue, all’ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì, infatti, è tutto automatizzato. Come? Grazie all’incrocio dei tre elementi chiave alla base del sistema di informatizzazione dell’Azienda Usl di Forlì (codice a barre, palmare, sistema wireless), realizzato dall’U.O. Sitic, diretta da Silena Sistu. Partendo dal modello messo a punto per la somministrazione del farmaco in dose unitaria, il servizio è riuscito a sviluppare sempre nuove applicazioni grazie all’utilizzo delle tecnologie già in uso. A sottolineare la bontà del lavoro svolto sono arrivati importanti riconoscimenti. Di recente, il progetto d’informatizzazione del percorso trasfusionale ha conquistato, infatti, ilpremio “Smart City” ed è stato selezionato nel ristretto novero di finalisti del “Premio Innovazione ICT Emilia-Romagna”, entrambi promossi nell’ambito della rassegna fieristica Smau di Bologna, mentre lo scorso anno il progetto d’informatizzazione del percorso chirurgico è approdato alla finalissima di Epsa 2011 (European Public Sector Award), premio biennale, indetto dall’Eipa (European Institute of Public Administration) per riconoscere le migliori best practises a livello europeo nel campo delle pubbliche amministrazioni.
Tutti e due i progetti sfruttano da una parte il know-how acquisito attraverso il processo di gestione informatizzata del farmaco, dall’altra l’implementazione della cartella clinica informatizzata.
«L’identificazione del paziente e la tracciabilità del percorso assistenziale prevedono l’abbinamento del codice presente nel braccialetto che ciascun malato riceve all’ingresso in reparto, con l’attività degli operatori sanitari – illustra l’ingegner Sistu – il bar code viene letto attraverso un palmare collegato alla rete wireless, presente in tutto il presidio ospedaliero». Tale logica, propria della terapia farmacologica, è stata quindi applicata, a partire dal 1° luglio 2009, alla gestione delle sacche di sangue, sviluppando contestualmente un’interfaccia fra cartella clinica e software gestionale utilizzato a livello regionale dai Servizi Trasfusionali. In questo modo, sono soddisfatti al cento per cento quei criteri di sicurezza raccomandati sia dalla normativa nazionale sia dal “Piano speciale sangue” della Regione Emilia-Romagna. L’effettuazione per via informatica di tutte le fasi che caratterizzano il percorso della sacca - dalla donazione, alla lavorazione, sino all’assegnazione e all’identificazione del paziente, passando per la compilazione della richiesta, il prelievo, l’etichettatura dei campioni, nonché la verifica della congruenza dei dati prima della trasfusione – riduce, infatti, particamente a zero il rischio di errori. «La richiesta di emocomponenti viene redatta nel sistema informatico di reparto riempiendo campi obbligatori, fra i quali i criteri di appropriatezza previsti dalla Società italiana di Medicina Trasfusionale e Immunoematologia. – prosegue l’ingegner Sistu – Sono così assicurati ben tre step di controllo: uno a livello di reparto, al momento della richiesta, un secondo al momento dell’assegnazione dell’unità di emocomponente, e un terzo al momento della trasfusione. La corretta associazione paziente-campioni-unità trasfusionali è verificata al letto del malato mediante palmari wireless e braccialetti identificativi, che consentono, contestualmente, di accertare la validità dei test pretrasfusionali e dell’unità di sangue».
Il percorso trasfusionale informatizzato ha consentito, inoltre, di ridurre significativamente il gap fra numero di emocomponenti richiesti dalle unità operative e numero di quelli effettivamente impiegati: nel primo semestre del 2008, ad esempio, la percentuale di sacche non trasfuse rispetto al totale di quelle consegnate era stata del 16,4%, mentre nell’analogo periodo del 2011 si è scesi all’11,5%. La registrazione informatica consente, inoltre, di standardizzare le informazioni registrate e monitorare sia l’aderenza alle linee guida in termini di appropriatezza sia il trend di utilizzo della risorsa sangue all’interno dell’Azienda, senza contare la maggior facilità di accesso ai dati.
Bar code e palmari sono alla base anche dellareingegnerizzazione del percorso chirurgico, diretta a creare un sistema ergonomico e facilitante. «L’innovazione è consistita nel semplificare la rilevazione degli “step” attraverso la lettura di barcode, identificando così in maniera proattiva non solo il paziente, ma anche gli operatori e le aree logistiche (sale operatorie, aree di induzione dell’anestesia, ecc.) ove il paziente stesso afferiva – illustra l’ingegner Sistu – Inoltre, il software è stato costruito in modo da proporre all’operatore lo step successivo di rilevazione come una semplice checklist da barrare o autorizzare con un “bip” di barcode». Sono stati inseriti altresì check di controllo, rispetto alla lista operatoria pianificata, per verifiche sequenziali e ripetute, con oggettiva e conseguente riduzione del rischio clinico legato ad esempio a errori di identificazione dei pazienti o di sala operatoria. I controlli previsti sono, in tutto, 16, e vanno dalla partenza del paziente dal reparto di degenza, all’arrivo al blocco operatorio, sino al suo rientro in reparto. Allo stesso tempo, sono stati definiti indicatori di efficienza del blocco chirurgico, allineandosi alla letteratura internazionale
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