8 MARZO 2011
PER UN 8 MARZO fuori dal coro
Asia Bibi è una povera contadina del Punjab, 37 anni, cinque figli, una vita di lavoro e fatica nei campi di un latifondista di Ittanwali, est del Pakistan. Oltre ad essere donna, contadina e pachistana, ovvero figlia di un Paese che ai problemi della povertà assomma quelli dell'integralismo islamico, Asia ha un'altra particolarità: è cristiana, seguace di una delle chiese protestanti portate nel sub-continente ai tempi del colonialismo inglese. A giugno lavorava sotto il sole con le sue compagne. Le chiesero dell'acqua, lei andò a prenderla a una fonte. Le sue amiche - musulmane - la rifiutarono: è acqua impura, toccata dalle mani di una infedele cristiana. Alle provocazioni la sventurata rispose, difendendosi e difendendo il suo credo. Quelle insistevano, le spiegavano che il cristianesimo è una religione inferiore e che lei stessa avrebbe dovuto convertirsi. Lei rispose ancora, difese il suo Cristo, paragonò il nazareno al profeta, disse qualcosa come "lui per noi si è fatto crocifiggere, ha gettato il suo sangue: cosa ha fatto Maometto per voi?". Da quel momento la lite finì fuori controllo, le operaie musulmane la picchiarono, la rinchiusero in una cantina, chiamarono la polizia. Risultato: seguendo il dettato della legge pachistana che punisce la blasfemia, Asia è stata condannata a morte per impiccagione».
E’ una storia irreale per noi, e che forse non avrà il lieto fine, ma che DEVE far riflettere su cosa vogliono dire parole come LIBERTA’, DIGNITA’, RISPETTO, ESSERE DONNA, soprattutto oggi che festeggiamo l’ 8 marzo. |