Sulle dolci colline di Massa, fra Vecchiazzano e Castrocaro Terme, dove nell’era geologica del Pliocène vi lambiva il mare e si stendevano le spiagge fino a Sadurano, nascono i preziosi vini della Tenuta Agricola “La Palazza”. I suoi vigneti tutti esposti a sud, dove il sole è più caldo, si estendono per 28 ettari ad un’altitudine di 144 metri sul livello del mare. I profumi del bosco, dei prati, dei ciliegi e dei mandorli, che intervallano i vigneti, uniti ad un clima mitigato dalla presenza del vicino Adriatico, creano una microzona ideale che dà maggiore dolcezza all’uva e conferisce una migliore qualità al vino. Sin dal neolitico e, in particolare, dal periodo romano queste terre furono abitate per il loro clima salubre e per l’abbondanza delle acque, specialmente per quelle termali. Nel 1481, decaduta la signoria degli Ordelaffi, Girolamo Riario e Caterina Sforza divennero signori di Forlì e, per difendere meglio la città dagli invasori, la contessa fece costruire delle fortificazioni e delle torri di osservazione lungo le colline circostanti. Una di queste torri di guardia è ancora inglobata nella casa padronale della tenuta “La Palazza”. “La Palazza” è una sobria costruzione padronale, che dagli inizi del secolo appartiene alla famiglia Drei Donà. Il dott. Claudio Drei Donà - cognome composto che rivela le origini romagnole del padre e veneziane della madre - dopo la morte del nonno assunse la proprietà dell’azienda agricola e, dopo essersi laureato in giurisprudenza ed aver lavorato nel settore assicurativo, dal 1982 si è dedicato a tempo pieno all’azienda imprimendole un marchio di qualità. Claudio Drei Donà, frequentando, negli anni ‘60/70, rinomati ristoranti italiani per motivi di lavoro, notò che non esisteva una carta dei vini della Romagna. Così, pensò di dedicarsi all’attività viti-vinicola nella sua azienda di Massa. Questa è la sua motivazione: “Volevo dimostrare che anche in Romagna si possono produrre dei grandi vini, al pari di quelli toscani, in grado di superare gli angusti confini di un mercato compresso tra il Reno e il Rubicone per porsi all’attenzione di una platea internazionale di consumatori”. Claudio Drei Donà, con questo obiettivo e con la collaborazione della moglie Giovanna, dei figli Ida Vittoria ed Enrico, diede inizio alla sua attività di viticoltore. Ida Vittoria Drei Donà pratica, inoltre, con successo, la disciplina ippica nella categoria dréssage. In un terreno particolarmente generoso per formazione geologica, come quello di Massa e Vecchiazzano, grazie ad un clima temperato che consente all’uva una equilibrata maturazione anche nelle annate difficili, Drei Donà ha impiantato non solo Sangiovese, ma vitigni come Chardonnay e Cabernet Sauvignon. Sono state abbassate drasticamente le rese per ettaro e per vinificare sono state utilizzate esclusivamente le uve prodotte in azienda. Inoltre, per migliorare la qualità del vino, ci si avvale, tuttora, della consulenza di uno dei massimi wine-makers italiani, Franco Bernabei. Claudio Drei Donà utilizza in cantina, oltre le moderne tecnologie, l’uso delle barrique che permette una più fondata eleganza nei vini rossi. Così, i risultati non si sono fatti attendere e, nel 1997, “Il Tornese” (1995) è stato giudicato il miglior Chardonnay prodotto in Italia, al quale sono stati assegnati i prestigiosi “Tre Bicchieri” della Guida del Gambero Rosso. Infine, il Cabernet Sauvignon “Magnificat” (1993) ha conquistato l’8° posto al mondo nella selezione della rinomata rivista americana “Wine Enthusiast” e il Sangiovese riserva “Pruno” (1994) ha battuto - sempre nelle selettive degustazioni americane ed europee - i più famosi sangiovesi toscani.
Ida Vittoria Drei Donà - Criterium D, dressage |