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Articolo inserito da Andrea Gorini in data 24/09/2010
Personaggi
tratto da un testo di Flavio Dell'Amore
letto 22589 volte in 14 anni 2 mesi e 5 giorni (4,37)
Amerigo Fabbri

 

Amerigo Fabbri è stato un cittadino importante per la città di Forlì. Ha rappresentato la schiettezza, la fede in certi ideali, la correttezza per tutti gli 86 anni che ha vissuto. Dopo essere uscito dal ciclo lavorativo, per quasi 30 anni ha incarnato quella figura rocciosa, e tenace del Presidente della Polisportiva Edera, che anche nell’ultimo periodo di vita, quando problemi fisici ne fiaccavano l’attività, non arretrava mai di fronte alle difficoltà e guardava al futuro con energica operosità. Era nato il primo dicembre del 1924 e la sua vita si arricchiva ben presto di diversi interessi ed impegni.
Nei campi estivi promossi dalle Onb (Opera Nazionale Balilla) nel trentennio accese una amicizia fraterna con Bruno Boari e Renato Ascari Raccagni, l'affetto dei quali, lo accompagnarono per tutta una vita.
Durante il conflitto rafforzò il suo ideale mazziniano, che lo portò ad essere un attivo repubblicano sin dall'immediato dopoguerra. Particolarmente sodale a Ugo La Malfa, Fabbri, fu efficiente membro del direttivo del Circolo Mazzini e prima nel 1946, quando andò a formarsi la Polisportiva Edera sotto la guida di Bruno Masini, fu subito interessato all'attività sportiva che si andava sviluppando nell'ex Casa -Stadio di Viale Della Libertà. Un polo che divenne, ed è ancora, il cuore pulsante dello sport forlivese.
Dal 1946 al 1954 fu vice presidente dell'Istituto Autonomo Case Popolari, poi segretario nazionale Sindacato Consorzi Agrari e nel 1971 Presidente della Centrale Avicola Romagnola, incarico che mantenne sino al 1994.
Il mondo sportivo cittadino, intanto, nel 1981 piangeva la scomparsa del Presidente della Polisportiva Edera, Carlo Gotti, e fu Amerigo Fabbri a sostituirlo nella direzione del sodalizio che a tutt'oggi vanta 13 presenze tra Olimpiadi e Campionati del mondo.
Negli ultimi venti anni del secolo scorso Fabbri è capace di dare un forte impulso a quella società che il grande giornalista Giuseppe Ambrosini chiamò, a metà degli anni sessanta, il "politecnico dello sport".
Con l'impegno e l'entusiasmo costante del Presidente si rafforzano diverse sezioni, si conferma a valori nazionali la sezione di atletica leggera, si ristruttura e si intitola a Gotti il Campo Scuola di Via Campo di Marte, si apre a diverse discipline, e si sviluppa il nuoto nella nuova piscina Comunale.
Ben quattro atlete “ederine” accedono alle Olimpiadi (Spada, Cristofori, Bonanomi, Cappellotto). A metà degli anni novanta Fabbri si trova a far fronte ad una grave crisi finanziaria del Sodalizio che supera grazie alla sua integrità, competenza ed a sue personali risorse.
Durante la sua Presidenza all'AGCI (1988-92), siede nel Consiglio di Amministrazione di "Casa Zangheri" e del Pastificio Ghigi di Morciano.
Tra il 1982 ed il 1992 è insignito del Cavalierato della Repubblica, Commendatore ed attualmente era in corso la pratica di nomina a Grande Ufficiale della Repubblica. Era Tribuno di Romagna.
La sua inesauribile verve, la pervicacia con la quale perseguiva gli obiettivi in questi ultimi anni gli consentivano di ottenere attraverso il progetto di ristrutturazione dell'Immobile di Viale della Libertà voluto dall'Amministrazione Comunale ed i buoni uffici del Presidente Internazionale della Ginnastica Bruno Grandi, anche l'assegnazione della gestione del Museo Nazionale della Ginnastica, che sarà un fiore all'occhiello cittadino a completamento dell'opera.
L'affettuosa consorte Romana Giunchi i figli Loretta e Gianfranco gli sono stati vicini fino agli ultimi istanti.

(Flavio Dell’Amore)

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