La VOCE qualche giorno fa ha riportato la seguente notizia: l’Anas, almeno per i prossimi 5 anni, non ha i soldi per il 3° lotto della Tangenziale ed il Sindaco Balzani, ritenendola opera prioritaria in quanto risolutiva di molti dei problemi di traffico della zona Vecchiazzano-Ospedale-Viale dell’Appennino, comunica che farà comunque ogni sforzo per farla realizzare.

Il completamento della Secante è perciò rimandato a data da destinarsi (forse fra decenni).

La comunicazione ha gettato nello sconforto tutti coloro che, abitando in strade sottoposte ad un regime di traffico ormai insostenibile (controllare certi tratti di Via Quarantola o di Viale dell’Appennino per credere) vedevano nell’ultimazione della Secante la soluzione o quanto meno un alleggerimento del loro problema.

Problema destinato al contrario ad aggravarsi a causa dell’ulteriore e sensibile aumento del traffico, leggero e soprattutto pesante, dovuto alla nuova cava ed agli insediamenti residenziali e terziari previsti a Vecchiazzano dal PRG ed in parte già in corso di costruzione. 

Nel frattempo l’Amministrazione Comunale si appresta a costruire una nuova strada a monte di Vecchiazzano (lo scopo è quello di farvi transitare i camion della cava ed alleggerire il traffico nel centro abitato) la cui spesa si aggirerà sui 4 milioni di euro e la cui utilità sarà poco sopra lo zero.

Le auto ed i mezzi pesanti della cava (trasporto del materiale di scavo, trasporto della terra per colmare i vuoti e manutenzione) che la percorreranno (esclusi quelli diretti verso Castrocaro e S.Varano) si indirizzeranno infatti di nuovo, inevitabilmente, nel tratto veramente critico Rotonda Ospedale - Ponte - Viale dell’Appennino.

E non diminuirà neppure il traffico interno a Vecchiazzano in quanto il numero dei mezzi intercettati dalla nuova strada (come risulta dalla stessa indagine sul traffico eseguita dal Comune) sarà irrisorio.

Consistente ed irreparabile sarà invece il danno ambientale: la nuova strada rovinerà una delle zone pedecollinari più belle di Forlì, sconvolgendone morfologia e tracciati viari originali, tagliando più volte i corsi d’acqua esistenti e distruggendone la vegetazione spontanea.

In una situazione di grave crisi economica è giustificata una spesa così grande per un’opera che apporterà più danni che benefici? 

Non sarebbe opportuno gestire meglio le risorse disponibili, migliorando ed utilizzando la viabilità esistente?

Tutelare il territorio, significa soprattutto non consumarne, disincentivando al massimo le espansioni e promuovendo al contrario il recupero e la riqualificazione dell’esistente. 

Un Amministratore deve certamente ascoltare tutte le richieste e le esigenze dei singoli, compresi gli abitanti di via Veclezio che protestano per il traffico che passa davanti a casa loro (!!), ma poi deve individuare priorità e fare scelte indirizzate all’interesse della maggioranza dei cittadini.

Che il miglioramento della viabilità non sia il motivo principe della costruzione della nuova strada, e che vada forse cercato altrove?

Il PAE (Piano delle Attività Estrattive 2006 – 2016 del Comune di Forlì), stabilisce “alla luce della nuova viabilità di prossima realizzazione” un aumento dei quantitativi estraibili dai precedenti 900.000 mc. a 1.500.000 mc. e la Convenzione con le ditte cavatrici del 27/6/2002 che “l’inizio delle attività deve essere conseguente alla realizzazione della viabilità di monte di Vecchiazzano”. 

La costruzione della nuova strada è perciò condizione necessaria alla realizzazione della cava e del suo ampliamento.

NO STRADA – NO CAVA, per dirla con uno slogan di moda.

E ancora: No strada – No 600.000 mc. di ghiaia in piu’. 

Non costruirla sarebbe ostacolo non da poco, da superare con un nuovo Piano, una nuova Delibera, una nuova Convenzione e ciò metterebbe in crisi i Programmi Economici delle Ditte interessate alla Cava, programmi da troppo tempo rimandati e non più procrastinabili. 

La non costruzione rappresenterebbe poi la bocciatura di decisioni già prese dalla precedente Amministrazione (con conseguenze politiche immaginabili) e annullerebbe aspettative locali più o meno giustificate (minor traffico, rimborsi per espropri, aumento di valore delle aree limitrofe, ecc...) ormai da tempo consolidate, con temute ripercussioni elettorali negative.

Questi, a giudizio di molti, il motivo per cui la nuova Giunta non ha voluto o potuto rinunciare alla costruzione della nuova strada a supporto della cava.

Cava che fra 10 o 15 anni al massimo sarà chiusa, ma la strada?  Quella no, quella rimarrà per sempre.  

La prima è una pena a termine, la seconda a vita!