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Articolo inserito da Andrea Gorini in data 11/09/2009
Il paese
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La casa di “ Taped” o “Tapet”

Una foto storica di Vecchiazzano, una casa che non c'è più da un paio d'anni, all'angolo di via Castel Latino e via del Tesoro.

Da “STORIA DEL MIO VILLAGGIO” di ITALO CAMPRINI :

I cattolici organizzavano le loro feste da ballo nel circolo nella sala della Lega cattolica (oggi casa Tapet), ma quasi mai quando ballavano nel circolo socialista e repubblicano. Nei cattolici, infatti, non vi era il timore di perdere aderenti a vantaggio dei circoli socialista e repubblicano. E del resto i giovani non badavano troppo ai colori politici quando si trattava di inseguire la bella che toccava il loro cuore: andavano, appunto dove li portava il cuore, quale che fosse il circolo. Potevano essere rimproverati dai genitori per questo, ma una volta tanto il sentimento aveva il sopravvento sulle barriere ideologiche

Da “VECCHIAZZANO” di GILBERTO GIORGETTI:

Durante la stagione calda, finchè il clima lo permetteva, si trascorrevano i pomeriggi festivi ballando agli incroci delle strade. Questi erano dei punti d’incontro dove s’improvvisavano le feste. Uomini e donne per andare a ballare si recavano ad un incrocio abituale. Coloro che sapevano suonare uno strumento musicale erano pagati chiedendo la questua ai soli uomini che ballavano, mentre le donne non pagavano. Per ogni ballo si richiedeva un soldo, che equivaleva a cinque centesimi d’allora.
Spesso si aggregavano ai giovani del luogo alcuni giovani, che venivano da altre località vicine in cerca di belle ragazze o per farsi la “morosa”. Allora erano guai seri: se non c’era il morto ammazzato, le botte erano assicurate.
Quella domenica la festa si svolse all’incrocio ad Taped, sulla strada che oggi ha nome Castel Latino e gira verso Ladino, dove sono le case Caplet.
La musica echeggiava fra le case del luogo e anche gli anziani e i bambini uscivano per ascoltare e partecipare alla festa. I giovani invitarono alcune ragazze, e si diede inizio alla festa. Adolfo Boni, detto “Barbiret” che abitava a Massa ed era il contadino della villa Bondi, cessò di ballare appena l’orchestra terminò di suonare. L’addetto a riscuotere i soldi si avvicinò  e gli chiese di pagare, ma Adolfo rispose che aveva già pagato. Ci fu un’animata discussione e si scambiarono parole “grosse”, sta di fatto che Adolfo si trovò mortalmente accoltellato.

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