14/11/2024 | 2419 articoli | 1629 commenti | 956 utenti iscritti | 6753 immagini | 52660210
login | registrati


Ultimi e i più Cliccati
Argomenti
67
25
17
169
11
69
20
22
7
4
2
366
215
57
27
21
29
9
89
25
23
159
364
5
27
3
5
2
104
6
9
23
12
12
41
54
118
6
20

Dicembre 2042
L M M G V S D
1234567
891011121314
15161718192021
22232425262728
293031

- - - - - - -

Articolo inserito da Gilberto Giorgetti in data 06/08/2006
Storia
letto 37900 volte in 18 anni 3 mesi e 15 giorni (5,68)
Vecchiazzano fra Ottocento e Novecento - QUARTA PARTE



Visualizzato 22786 volte

Suicidio di Aldo Pasini, detto “Mazaprit”
Aldo Pasini era un bracciante, nato a Rocca S. Casciano il 19 aprile 1909.
Da Brisighella, in provincia di Ravenna, si trasferì con la famiglia a Vecchiazzano, dove andò ad abitare in via Tomba, all’attuale numero civico 15.
Il soprannome Mazaprit gli derivò da un’azione vendicativa e sconsiderata di suo padre nei confronti di un sacerdote, qui di seguito narrata.
A quel tempo, la famiglia Pasini conduceva a mezzadria un podere a Rocca S. Casciano e programmò di trasferirsi in un podere nei pressi di Dovadola, che era sprovvisto di mezzadro. Il proprietario, com’era consuetudine a quei tempi, andò a chiedere informazioni al parroco, il quale diede notizie negative in proposito.
Il padre, di Aldo, venuto a conoscenza del motivo della mancata assegnazione del podere, una domenica mattina si armò di fucile, nascose l’arma sotto la cappa o capparella e andò in chiesa per assistere alla messa. Alla fine della funzione, quando il sacerdote si girò per la benedizione ai fedeli, il Pasini gli sparò, ferendolo ad un braccio. Aldo Pasini era un giovane, appassionato di caccia, sensibile ed introverso, che stava sicuramente attraversando un momento di forte crisi esistenziale.
Il 22 marzo 1931, come tante altre mattine, prese il fucile, le cartucce e s’incamminò attraverso i campi in direzione delle colline. Quando fu ai confini dei poderi Zanêta e Sintël, in prossimità di un ponticello che attraversa un fosso, chissà per quale tormento interiore o disperazione, girò l’arma contro se stesso e sparò.

Il giorno 23 agosto 1931, alle ore 10,00, prendeva possesso della parrocchia di Vecchiazzano don Biagio Fabbri. Era nato a S. Martino in Villafranca il 27 aprile 1902 ed aveva compiuto gli studi nei Seminari di Forlì e Bologna. Don Biagio era stato ordinato sacerdote il 21 marzo 1926 e nello stesso anno era stato nominato parroco a Malmissole.
Nelle parrocchie di Malmissole e di Vecchiazzano scrisse alcuni diari, che nel maggio del 1997 sono stati pubblicati, a cura di Salvatore Gioiello, in un interessante volume dal titolo “Don Biagio Fabbri - un uomo, un prete, un testimone”.
Per motivi di salute, don Biagio rinunciò alla parrocchia di Vecchiazzano nel 1978 e si ritirò in Santa Maria Ausiliatrice alla Cava, presso don Domenico Ghetti che era già stato suo parrocchiano. Qui continuò il ministero sacerdotale fino al 2 maggio 1987, giorno della sua morte.
Di carattere umile, ma ricco di spirito apostolico, don Biagio agì sempre in piena libertà e nel rispetto degli altri, per questi motivi, anche in una frazione prevalentemente dichiarata atea come Vecchiazzano, è stato benvoluto da tutti.

Nel 1930, per la costruzione a Forlì di un nuovo sanatorio, fu individuata a Vecchiazzano la zona alla confluenza dei fiumi Rabbi e Montone.
Nel novembre del 1932, i mezzadri di questa zona dovettero abbandonare i poderi perché passati di proprietà della Cassa Nazionale delle Assicurazioni, che li condusse direttamente per mezzo di boari. Nell’estate del 1931, iniziarono gli scavi per le fondamenta del primo padiglione del sanatorio.

Nel 1930, il comune di Forlì delibera che in tutte le parrocchie sia messo il telefono e così, nel 1931, anche Vecchiazzano gode dell’importante servizio pubblico installato al centro del paese, vicino alla chiesa, nello spaccio di Olindo Casadei.
A Forlì il telefono arrivò nel 1907 per mezzo della STF (Società Telefoni di Romagna), istituita da Fornari & Diotallevi di Rimini. Il primo direttore fu Giovanni Gori (1857-1930) e la sede era ubicata in piazza Saffi nel palazzo Zoli, ora conosciuto come sede del “Credito Romagnolo”.

Il 22 aprile 1933 a Vecchiazzano fu erogata la luce elettrica oltre le vecchie scuole elementari. Fino ad allora le case erano illuminate a candela o lume a petrolio. A Forlì l’illuminazione elettrica si diffuse nel 1908, con solo 30 utenti. L’energia era generata dal mulino di Ravaldino, detto Faliceto.
La prima illuminazione pubblica della città risaliva al 1845 ed era generata da 90 lanterne alimentate da olio d’oliva, che in seguito giunsero al numero di 120.
Nel 1933 a Vecchiazzano, accanto allo spaccio, venne aperta anche una “beccheria”.
Nel 1934 il fornaio di Vecchiazzano iniziò a cuocere, giornalmente, il pane e a metterlo in vendita. In campagna e specie nelle case coloniche il pane veniva cotto una o due volte la settimana, nei forni adiacenti alle case stesse. Gli altri servizi pubblici giunsero a Vecchiazzano con molto ritardo rispetto alla vicina Forlì.
Negli anni 1964/65 l’acqua e il gas vengono allacciati al “Villaggio nuovo”, costruito nel podere Cióca e, in parte in quello Sbaràia; nel 1974 il servizio viene ampliato in via Veclezio fino a casa Pêl, in via Castel Latino fino a casa Tapêd e in via Tomba fino alla fornace. Nel 1978/79 l’allacciamento supera casa Pêl e case Caplêt, verso Ladino.
A Forlì il gas pubblico venne erogato, per la prima volta, nel 1862 dalla fabbrica “Forlanini”. L’erogazione dell’acqua risale, invece, al 1905 con la costruzione dell’acquedotto comunale di Ravaldino. Prima l’acqua si attingeva dai pozzi, che erano ubicati in ogni abitazione.
Il servizio della nettezza urbana è stato portato a Vecchiazzano negli anni 1974/79 con due grandi cassonetti per l’immondizia. Prima esistevano due buche per il letame, che gli spazzini periodicamente svuotavano col badile. Solo agli inizi del 1980 il servizio è stato regolamentato come in città.
A Forlì la “Ricezione immondizia” ebbe inizio nel 1935. Prima ogni abitazione aveva la propria buca dei rifiuti, che veniva svuotata periodicamente.
(Da una testimonianza verbale di Viscardo Milandri)

Nell’estate del 1935, Mussolini visita i lavori per la costruzione dei padiglioni del sanatorio di Vecchiazzano.
Il 24 ottobre 1936, lo spaccio dei generi alimentari e il sale e tabacchi vengono trasferiti nella nuova casa che Olindo Casadei ha fatto costruire di fronte alla precedente. La vecchia casa, sempre di sua proprietà, era ad angolo col piazzale della chiesa.
L’8 novembre 1937 viene inaugurato da Rachele Guidi Mussolini il primo padiglione del centro sanatoriale.
Il 26 ottobre 1938, la regina imperatrice Elena di Montenegro visita a Forlì la mostra di “Melozzo e il quattrocento romagnolo”. Nell’occasione si reca anche presso il nuovo sanatorio di Vecchiazzano.
Il 28 dicembre 1938, Mussolini inaugura il villaggio di Caiossi, dedicato ad “Alessandro Mussolini”, padre di Benito.
Dopo la cerimonia, Mussolini visita anche il sanatorio e intrattenendosi con Adelmo Zanetti, segretario del partito fascista di Vecchiazzano, dà disposizioni a Sebastiani, segretario personale del Duce, di dare centomila lire per la ristrutturazione della “casa del fascio” e mille lire per le persone più indigenti della comunità.
Il primo segretario fascista di Vecchiazzano fu Ercole Santucci, che mantenne la carica fino al 1936, poi subentrò Adelmo Zanetti e per ultimo, come commissario straordinario, ricevette l’incarico Mario Russomano. Nelle foto - Benito Mussolini visita i lavori del Sanatorio di Vecchiazzano (1935). Il primo padiglione per adulti del centro sanatoriale fu inaugurato l'8 novembre del 1937. Il complesso ospedaliero era stato iniziato nel 1932, così come il palazzo delle Poste e Telecomunicazioni e i due edifici detti "i gemelli", siti all'inizio dell'attuale corso della Repubblica, dove c'era l'antica Porta Cotogni.

8 novembre 1937 - Rachele Guidi Mussolini inaugura il primo padiglione del Sanatorio di Vecchiazzano.

Guarda il filmato luce

Guarda il video.
Visualizzato 22786 volte

fai conoscere questo articolo ad un amico


Commenti
 
Commento inserito da Marisa Zanetti in data 17/10/2007 20:45:45
www.vecchiazzano.it/p.asp?p=85&i=158
Sono la figlia di Adelmo Zanetti e confermo il contenuto dell’articolo a proposito del Sanatorio di Vecchiazzano.
Io ero piccola allora ma ricordo che mio padre, essendo stato un promotore dell’opera, era convinto e deciso a portare a termine la costruzione del Sanatorio, pensando anche ai benefici che la zona di Vecchiazzano ne avrebbe tratto.


Sono in possesso di questa foto, in cui figura mio padre (terzo da sinistra) di fronte a Mussolini. Penso si tratti della inaugurazione del Sanatorio.

MARISA ZANETTI


Commento inserito da Gilberto Giorgetti in data 24/10/2007 20:45:45
www.vecchiazzano.it/p.asp?p=85&i=164
Signora Zanetti, la foto da lei inviata è bellissima. In primo piano coi baffi si vede il federale di Forlì Teodorani Fabbri, ma non credo si tratti dell'inaugurazione ufficiale poichè è accertato che fu fatta da donna Rachele Mussolini in assenza del marito.
La saluto Giorgetti


Commento inserito da Roberto Brunelli in data 28/03/2008 20:45:45
www.vecchiazzano.it/p.asp?p=85&i=343
Ulteriore precisazione sui commenti della Sig. Zanetti e Sig. Giorgetti.
Sull’ opuscolo “I Beni della salute” edito dall’Azienda U.S.L. di Forlì si legge che:” il Padiglione Adulti fu inaugurato il 28 ottobre 1929 da Donna Rachele Mussolini ”.
Mentre sempre su tale pubblicazione si legge:” I padiglione completati furono ufficialmente inaugurati il 25 luglio 1939 da Benito Mussolini, alcuni giorni prima del suo cinquantaseiesimo genetliaco, guidato nella “minuziosa visita “ dal Ministro Lantini.
Vedere anche la pagina web: http://www.vecchiazzano.it/pagine/pagina_articolo.asp?pagina=440&sezione=Storia
Un triste aneddoto poi, il nuovo Ospedale di Forlì ( il “vecchio ” Morgagni” ) si aprì invece al pubblico senza cerimonia d’inaugurazione il 23 Maggio 1915 alcuni giorni dopo la dichiarazione di guerra tra Italia ed Austria.



Commento inserito da Gilberto Giorgetti in data 28/03/2008 20:45:45
www.vecchiazzano.it/p.asp?p=85&i=346
Caro Brunelli, preciso che Mussolini visitò il sanatorio prima e dopo l'inaugurazione, che fu fatta ufficialmente da donna Rachele come documenta e precisa il cronista nel filmato LUCE qui allegato.
Gilberto


commenta questo articolo
Articoli con il medesimo argomento
inserito da Cristina Maltoni in data 02/10/2007 "Cartoline"
letto 29194 volte
leggi articolo Un'altra immagine del 1942 di vecchiazzano centro sanatoriale 9 maggio...

inserito da Cristina Maltoni in data 06/11/2007 11 commenti "Cartoline"
letto 48275 volte
leggi articolo1956 padiglione Valsalva Ospedale Pierantoni (Vecchiazzano) ...

inserito da Cristina Maltoni in data 29/01/2008 1 commento "Cartoline"
letto 27051 volte
leggi articoloUn'altra foto del Centro Sanatoriale ...

inserito da Andrea Gorini in data 28/06/2008 7 commenti "Storia"
letto 33750 volte
leggi articoloIl programma edilizio dell'INFPS, che contemplava un investimento complessivo di spesa di 600 milioni di lire, realizzò a Forlì un grande complesso sanatoriale, da erigersi in località Bertarina, distante 3 km dalla città e scelta nel 1931 dallo stesso Mussolini, un edifi...

inserito da FRANCO FABBRI in data 09/10/2010 5 commenti "Storia"
letto 29907 volte
            IL SANATORIO di FORLI’  di Franco Fabbri       Negli anni venti la città di Forlì, così come tante città italiane, cambia decisamente aspetto e carattere. Si può dire che passa dalla peri...

inserito da Andrea Gorini in data 04/11/2010 2 commenti "Storia"
letto 35619 volte
leggi articoloComplesso Sanatoriale IX maggio di Vecchiazzano, immagini del Sanatorio datate 30 dicembre 1938. Padiglione XXI Aprile, detto "dei bambini" Padiglione 23 Marzo, detto "degli adulti" L'acquedotto del sanatorio È il 30 dicembre 1938, Mussolini visita gli ospiti in cura al sanatori...

inserito da Andrea Gorini in data 26/01/2020 "Storia"
letto 15938 volte
leggi articolo Inizio lavori del Complesso Sanatoriale IX Maggio 1931 Scrive Marco Viroli sul libro "Vecchiazzano": "Nel 1931 l’ allora INFPS (Istituto Nazionale Fascista Previdenza Sociale) oggi INPS, avviò i lavori di realizzazione del grande complesso sanatoriale IX Maggio (data di fondazione de...

inserito da Andrea Gorini in data 16/07/2020 "Storia"
letto 15571 volte
leggi articolo Da "L'ILLUSTRAZIONE ITALIANA" del 6 agosto 1939, una fotograzia scattata Edgardo Zoli che ritrae il Sanatorio, allora "Nove Maggio" oggi "Morgagni Pierantoni" Scritto sul fondo pagina: Ecco due aspetti del Centro Sanatoriale "Nove Maggio" di Vecchiazzano, inaugurato dal Duce nei giorni sco...

inserito da Andrea Gorini in data 20/11/2022 "Storia"
letto 7612 volte
leggi articoloCapitava spesso che Mussolini in persona scegliesse i luoghi in cui far nascere le opere pubbliche del regime. Fu così anche per il Centro Sanatoriale IX maggio di Vecchiazzano a Forlì: un grande e moderno complesso dedicato alla cura della tubercolosi che...

inserito da vecchiazzano. it in data 06/04/2023 "Il paese"
letto 4175 volte
leggi articolo Il Centro Sanatoriale a Vecchiazzano fu chiamato "IX Maggio" e l'attuale Padiglione Vallisneri nacque come "Preventorio XXI Aprile" e destinato a ospitare soggetti predisposti o esposti alla tubercolosi, al fine di sottoporli a trattamenti profilattici; il padiglione era infatti destinato ai bambi...

PENCIL ©
Copyright 2006-2024
TUTTI I DIRITTI RISERVATI
 
     
torna su