Pochi giorni fa mi hanno chiesto un parere circa il possibile inquinamento prodotto dall’allargamento dell’autostrada con annessa tangenziale, per un fronte di larghezza di 100 metri, a Rimini. La popolazione locale è allarmata perché teme un aumento delle polveri sottili derivanti dal traffico pesante inserito nel contesto urbano. I dati di pericolosità non mancano ed, in particolare, ho citato una revisione nella quale in 12 su 14 articoli pubblicati su riviste internazionali emerge un rapporto di correlazione significativa fra l’inquinamento da traffico stradale e l’incidenza (aumento di nuovi casi per anno) di leucemie infantili. Le cause dei tumori non sono univoche e sicuramente qualcuno potrà dire che questo è “allarmismo”, ma… resta il fatto che gli “sforamenti” del contenuto di particolato fine nell’aria delle nostre città è molto spesso la consuetudine, in barba alle norme ed alle direttive della Comunità Europea. Amministratori e Politici, tutti profondamente europeisti, si fanno scudo delle norme quando queste obbligano i cittadini a comportamenti (o a balzelli) poco graditi, ma disattendono con disinvoltura le direttive quando rappresentano un ostacolo. Le stesse direttive europee (ed il “buon senso comune”) dicono che le decisioni riguardanti traffico ed urbanizzazione dovrebbero essere condivise con la popolazione. In particolare, tornando a Rimini, proposte alternative per deviare il traffico a monte con gallerie meno inquinanti ma più costose, non sono state prese in considerazione dagli Amministratori. Non sempre le decisioni prese sulla base dei riscontri economici sono le migliori: quanto costano le malattie da inquinamento da polveri “sottili e non”?
A Forlì non stiamo meglio nè come sforamento dei parametri di inquinamento né come condivisione delle soluzioni: né è un esempio l’annosa questione della futura Cava estrattiva di Vecchiazzano e della sua strada di servizio. Verdi e WWF-Forlì, con l’appoggio di quasi mille cittadini firmatari di una petizione presentata inutilmente alla precedente Amministrazione, hanno proposto una strada alternativa a quella voluta dai cavatori e dalla lobby di chi deve fare guadagno. Il dibattito aperto dalla nuova Amministrazione Comunale, ora, sembra essersi arenato. Eppure si parla di spendere almeno 3-4 milioni di Euro per una strada inutile e costosa, per una cava che deve durare 15 anni, ma che distruggerà irrimediabilmente e per sempre l’habitat che la circonda ipotecando con certezza nel tempo l’avanzata del cemento.
Caro Direttore, questo non è un problema solo di Vecchiazzano: i cittadini di S. Martino in Strada e Ca’Ossi devono essere informati che gran parte dei camion della cava passeranno sul ponte di via del Partigiano ed in via dell’Appennino. Tutti i Forlivesi devono sapere che si accolleranno una grossa spesa ingiustificata e che comporterà ulteriore degrado ambientale.
Non sarebbe il caso di aprire un dibattito a livello cittadino? |