Cosa sta succedendo a Forlì?

Improvvisamente si scopre che in Comune non ci sono più soldi e la città naviga in un buco finanziario incredibile. Di chi è la colpa?

Sulla stampa si legge che da alcuni anni lo stabile dell’IPER MERCATO CONAD è fermo per aver costruito 12.000 metri quadrati senza permesso;

la SAPRO perde milioni di euro ogni anno e l’Aeroporto “Ridolfi” rischia la chiusura a beneficio di Bologna e di Rimini; l’AUSL di Forlì per causa dell’IRST e dell’AREA VASTA si trova in un marasma finanziario mai accaduto prima. Come non bastasse, sembra che il Comune sia anche impelagato per decina di milioni coi DERIVATI, un’appetitosa operazione finanziaria, sconsiderata e speculativa, non andata a buon fine. Intanto il Comune dice di non avere più soldi e taglia sulla cultura, ma continua a sperperare in operazioni non opportune come quello di portare avanti un progetto che intende costruire una “strada di servizio per la cava” di Vecchiazzano. Il nuovo polo estrattivo si effettuerà vicino al fiume Rabbi, sopra una suggestiva terrazza codificata dal vigente Piano Regolatore come “di pregio ambientale”. Solo ultimamente, per opportunità, ovvero per confondere le idee alla gente, il progetto è stato modificato con la seguente dicitura: “nuova strada di circuitazione al centro abitato di Vecchiazzano”, mentre, come da convenzione, risulta chiaro che la strada serve solo per poter costruire la cava perché le rilevazioni hanno dato esito negativo. Se proprio necessita una nuova cava estrattiva perché in Comune si fanno orecchie da mercante quando vengono proposte soluzioni alternative, come quella di una strada da via dell’Appennino ed un ponte Bailey sul Rabbi, con un costo di 700.000/800.000 euro circa?

Risulta che alcuni proprietari del luogo, ai quali sarà espropriato il terreno, siano entusiasti della nuova strada, per cui viene da pensare che questi abbiano fiutato – o qualcuno gli abbia fatto fiutare – che prima o poi una variante al vecchio Piano Regolatore potrebbe capitare. Insomma, potrebbe essere in atto una speculazione vera e propria, con tanto di cementificazione in una fascia pedecollinare di pregio ambientale. Il costo della strada, da farsi col denaro pubblico, nel 2005 era stato calcolato in 2.516.000 euro, con l’aggiunta di 300.000 euro per le ditte escavatrici. Ma stando ai prezzi attuali bisogna prevedere un ulteriore aumento che supera di gran lunga il 50%.

Tutto questo per rendere noto come il Comune di Forlì si stia comportando col denaro pubblico e come i nostri amministratori abbiano l’intenzione di perseverare in questo snaturato progetto economico ed urbanistico, senza parlare della SALUTE PUBBLICA. Infatti, si sa che dopo l’estrazione della ghiaia, la cava sarà usata per la lavorazione degli inerti, un’attività che rende molto bene alle tasche dei gestori, ma non si sa quanto faccia bene alla salute. Non sono sufficienti i danni che già fanno le diossine respirate per causa dei due bruciatori che attualmente operano in città? Per completare l’opera vogliamo aggiungerci anche le polveri sottili che, grazie a recenti studi, con la lavorazione degli inerti a Vecchiazzano e l’azione dei venti di nord-ovest e di sud, dette polveri si espanderebbero ad ombrello su tutta la città ed oltre?