Articolo inserito da Gilberto Giorgetti in data 05/10/2006
Aneddoti
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A Vecchiazzano si produsse la prima birra italiana
Fu il forlivese Gaetano Pasqui che verso la prima metà dell’Ottocento iniziò alla “Bertarina” di Vecchiazzano la coltivazione del luppolo in Romagna e con la relativa lavorazione introdusse la “Birra Pasqui”. Come scrive Emanuela Andreatta su “La Voce di Romagna” del 3 marzo 2006, nel 1847 in un suo fondo alla “Bertarina” si mise a coltivare una trentina di piante di luppolo e nel 1850 ebbe i primi risultati. Tutto ciò è documentato da un fascicoletto del 1861, composto da quindici pagine scritte e cinque illustrate. La particolarità della notizia sta non solo perchè risale al 1847, ma soprattutto per la coltivazione del luppolo in loco, un aspetto da non sottovalutare. Quindi oltre alle regioni del nord, tra le prime ad intraprendere un certo tipo di produzione, va aggiunta anche la Romagna. In effetti, le prime produzioni nazionali della birra risalgono a quel tempo ed erano tutte concentrate nel nord del paese. Tra queste si ricordano la Wuhrer di Brescia del 1829; la Peroni di Vigevano del 1846, poi trasferita a Roma; la Moretti di Udine, del 1859, ma non si aveva notizia della Pasqui di Forlì. Nella prima “Monografia Statistica, Economica, Amministrativa della Provincia di Forlì” del 1866 è scritto quanto segue: “Il sig. Gaetano Pasqui ha introdotto la fabbricazione della birra ed ha iniziato la coltivazione del luppolo. L’attività si svolge essenzialmente per sei mesi all’anno ed occupa ordinariamente due operai. Nel 1863 sono state smerciate 35.000 bottiglie, anche fuori della Provincia”. Sulla produzione della birra, con annessa piantagione di luppolo, dopo gli anni suddetti cala il più assoluto silenzio, ma si ritiene venisse prodotta in una villetta rurale ubicata alla “Bertarina”, ceduta dai Pasqui dopo la Seconda guerra mondiale e di recente demolita. La casa era posta alla confluenza dei fiumi Rabbi e Montone, sulla sponda opposta rispetto a quella dove ora sorge l’ospedale “Pierantoni-Morgagni”, dove l’abbondanza e la purezza dell’acqua di allora era indispensabile per la fabbricazione della birra. La “Birra Pasqui” doveva essere di ottima qualità poiché ebbe il riconoscimento nelle esposizioni provinciali del 1852 e del 1856, la medaglia d’oro in quella di Firenze del 1861, nonché una menzione d’onore e l’anno seguente nell’analoga manifestazione di Londra. Gaetano Pasqui era anche un raffinato esecutore di modellini che riproducevano macchine agricole e servivano da campionari durante le varie esposizioni. Infatti, in una motivazione ufficiale viene definito “Commissionario di macchine e strumenti rurali, premiato per invenzioni di strumenti rurali e per costruzioni di modelli ad uso delle scuole di agronomia”. Di questi modelli ne sopravvivano diciotto e, in gran parte, si tratta di aratri in scala 1:5, che forse risalgono al 1870 e si trovano presso l’Istituto Tecnico Statale per Geometri “Camillo Rondani” di Parma. Come e perché da Vecchiazzano questi oggetti siano emigrati in Emilia è ancora da verificare. * Gaetano Pasqui (1807-1879), agronomo e modellista, coniugato con Gertrude Silvagni (1810-1882) ebbe quattro figli: tre femmine, che rimasero nubili, Livia (morta il 2 luglio 1923), Ottavia (1849 - 18 gennaio 1933), con la quale si estinse il ramo della famiglia, Claudia (1850-1896) e un maschio di nome Tito. * SEGUIRANNO AGGIORNAMENTI E APPROFONDIMENTI RICAVATI DA TESTIMONIANZE VERBALI E DA DOCUMENTATI, RIGUARDANTI QUESTO ARGOMENTO
Nella foto - Tito Pasqui Tito Pasqui (1846-1925), studente in ingegneria civile all'Università di Bologna, nel 1866 conseguì due lauree. Nello stesso anno partecipò come volontario, nell'8° reggimento Volontari Italiani al comando di Achille Cantoni, alla III guerra d'indipendenza. Ripresi gli studi fu dapprima assistente alla Scuola Agraria di Bologna, quindi insegnante di estimo e costruzioni all'Istituto Tecnico di Ravenna. Fu chiamato a rappresentare il governo in varie esposizioni internazionali e divenne ispettore generale e presidente della bonifica dell'Agro Pontino. Fu eletto alla Camera nel 1897 durante la XX Legislatura. Lasciò una raccolta di libri e documenti alla Biblioteca civica di Forlì. Pubblicò diverse opere di argomento agrario: "Le macchine al concorso agrario di Ferrara”, Coltivazione del cappero”, “La filossera".
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Gilberto Giorgetti in data 11/11/2007 20:45:45
www.vecchiazzano.it/p.asp?p=200&i=194
Un documento interessante:
A Vecchiazzano, nell’aprile del 1871 ci fu una “convention” di repubblicani nella casa della birra dei Pasqui. Si trattò di una "grande manifestazione di massa, circa 700 persone, promossa dai democratici di Forlì e Cesena".
Purtroppo nel documento allegato si legge solo un frammento, bisognerebbe trovare il libro dal titolo "Il tempo libero nell'Italia unita", di Fiorenza Tarozzi e Angelo Varni, pubblicato nel 1992 dal CLUEB. Detto libro non è presente nelle biblioteche forlivesi.
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Roberto Brunelli in data 13/01/2009 20:45:46
www.vecchiazzano.it/p.asp?p=200&i=572
Ringrazio l'amico Giorgetti per averci illuminati su questo interessantissimo aneddoto. Ho invitato amici da ogni parte d'Italia a visionare questa pagina web, e tutti sono rimasti piacevolmente sorpresi dalla notizia, ma soprattutto, anche in considerazione di questi tempi di crisi, la loro unanime risposta è stata:"Come mai a Vecchiazzano non sfruttate la cosa, con un Museo della Birra ( magari anche didattico ), aprendo un'attività ( Birreria artigianale ) che darebbe lustro al Paese e porterebbe benefici indiretti anche per tutti gli abitanti". Vi giro quindi la loro risposta ... Naturalmente ricordo di non abusare nel consumo di alcolici ed il divieto di somministrare alcolici ad i minorenni.
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Gilberto Giorgetti in data 05/02/2009 20:45:46
www.vecchiazzano.it/p.asp?p=200&i=585
Carissimo Baldassarri,
ho pubblicaro la storia della birra di Vecchiazzano su indicazioni di Umberto Pasqui, il quale mi ha fornito tutta la documentazione in suo possesso. So che Umberto si sta occupando di trovare altra documentazione consiglio di contattarlo all'e-mail umbop@hotmail.it
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Roberto Brunelli in data 03/09/2010 18:35:51
www.vecchiazzano.it/p.asp?p=200&i=919
Chissà se l'Amico Giorgetti saprà dare risposta ad una mia curiosità. Vorrei gentilmente sapere se il Gaetano Pasqui di cui si parla nell'articolo è o no parente con quel Giuseppe Pasqui che è stato Presidente del Forlì Calcio dal 1923-27 e sotto la cui presidenza nel 1923 vista la crescente importanza del calcio a Forlì ha inizio i lavori di costruzione del nuovo stadio.
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Gilberto Giorgetti in data 09/09/2010 19:17:31
www.vecchiazzano.it/p.asp?p=200&i=926
Si era parente, ma non conoscevo la data di morte 1938:
Forlì, 7 aprile 1889 (domenica): nasce il terzo figlio di Emanuele e Virginia Pasqui alle ore 9.40’. Nomi di battesimo Giuseppe – Gaetano – Giovanni. Comare Vittoria Ghetti Pasqui.
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Ortenzio Brunelli in data 07/12/2010 13:22:08
www.vecchiazzano.it/p.asp?p=200&i=961
E’ stato presentato lunedì 6 dicembre 2010 alle ore 20:45 nella sala Domeniconi della C.N.A. in via Pelacano 29 il libro di Umberto Pasqui “L’uomo della birra”, CartaCanta editore Alla presentazione è seguita una degustazione di birra artigianale.
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Andrea Gorini in data 18/09/2016 07:16:21
www.vecchiazzano.it/p.asp?p=200&i=1551
La birra di Gaetano Pasqui rivive 160 anni dopo. Cinque pronipoti rifondano il celebre birrificio
"E' la bella storia di famiglia e di impresa dalla quale è nata Livia, la prima bottiglia dedicata alla primogenita del genio del luppolo"
Livia, la birra di Gaetano Pasqui rivive 160 anni dopo
"Birra artigianale? Il forlivese Gaetano Pasqui la produceva a Forlì già nel 1835 e aveva fondato la Premiata Fabbrica di Birra Geatano Pasqui. Ora quella fabbrica è stata riavviata da cinque cugini, tutti nipoti di Pasqui. E' la bella storia di famiglia e di impresa dalla quale è nata "Livia", la prima bottiglia del rinato birrificio dedicata alla primogenita di Geatano. Altre ne seguirano per omaggiare gli altri figli del genio della birra (in totale ne ebbe quattro).
Ad iniziare questa avventura davvero speciale sono Umberto Pasqui, Valentina Farolini, Emma Cimatti, Caterina Pasqui e Francesco Pasqui. I cinque cugini hanno età diverse, alcuni vivono a Forlì altri in Veneto e a Torino. Ma in comune hanno lo stesso antenato che è, di fatto, il pioniere della birra artigianale italiana.
"In casa si è sempre saputo poco di questa vicenda e allora, già dal 2006, ho iniziato a condurre ricerche tra archivi, biblioteche e fondi - racconta Umberto, giornalista e insegnante forlivese che ha avuto l'idea e ha coinvolto i cugini in questa avventura -. Il materiale più interessante è condensato nel libro “L'uomo della birra” pubblicato da CartaCanta nel 2010". Il volume, scritto da Umberto, è stato presentato in varie località riscontrando notevole interesse in un mondo in ebollizione come quello della birra artigianale italiana. E a poco a poco l'idea è diventata sempre più frizzante.
"Ci siamo detti: perché non rimettere in moto la “Premiata Fabbrica di birra Gaetano Pasqui – Forlì”? Così abbiamo fondato una Società tra cugini. La linea di birre che intendiamo produrre avranno caratteristiche ben chiare: un rigoroso rispetto dell'identità locale (Forlì e dintorni) con apertura verso il mondo, un attento studio sulle ricette (con ingredienti non comuni, antichi, talora rivisitati in chiave contemporanea), una decisa “italianità” (non troverete termini stranieri, Gaetano non li avrebbe sopportati: ha combattuto una vita con i “grandi marchi” per dimostrare che la birra non è esclusiva di altre latitudini, anzi, è italianissima fin dagli etruschi). Così è anche Livia prodotta con luppoli antichi con una ricetta rivisitata ma ricalcata da quella di Gaetano".
In questa casa, situata lungo l'attuale via Ponte Rabbi, si produsse la prima birra con luppolo italiano. Appartenne alla famiglia Pasqui fino al 1938. La singolare azienda avviata da Gaetano Pasqui (1807-1879) è descritta - in questo sito - nella sezione Aneddoti.
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L' uomo della birra. L'incredibile storia della più antica «bionda» di luppolo italiano
di Umberto Pasqui
"Immagini il lettore un giovane uomo sul ciglio di un fiume, teso a raccogliere e studiare ciuffetti di erbaccia". Siamo a metà dell'Ottocento. Per Gaetano Pasqui, gi...