Marco Paci
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08/06/2009
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IN DIFESA DELLE RANE
Il WWF Forlì critica la sagra della rana di Vecchiazzano (Forlì) e ne chiede la 'riconversione'.
Gli anfibi sono la classe di vertebrati a maggior rischio di estinzione a livello mondiale. Una recente indagine dell’’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha evidenziato che il 32% degli anfibi del mondo sono estinti o a rischio di estinzione, mentre il 42% è in declino (IUCN, 2009). In particolare, circa il 30% delle specie conosciute ricade nella categoria “minacciato criticamente”, “minacciato” o “vulnerabile”, ovvero le tre categorie che designano il maggior grado di minaccia secondo la classificazione dell’IUCN.
Sono molte le cause di questa così grave rarefazione:
- la scarsità e l’inquinamento delle acque: tutte le specie di anfibi sono legate, almeno nel periodo riproduttivo, a questo elemento.
- il degrado e la scomparsa degli habitat (come appunto il prosciugamento delle pozze d’acqua per la riproduzione) a seguito dell’urbanizzazione e dell’agricoltura intensiva;
- l’introduzione di specie aliene, che competono con gli esemplari adulti delle popolazioni native o ne predano uova e girini;
- il collezionismo;
- il riscaldamento globale, che incide sulla presenza dell’acqua e sui parametri quali temperatura e umidità, favorendo in alcuni casi l’attacco da parte di funghi patogeni (chitridiomicosi).
Questa situazione ha spinto anche la Regione Emilia-Romagna ad approvare, nel luglio 2006, la L.R. n. 15 ("Disposizioni per la tutela della fauna minore in Emilia-Romagna"), per salvaguardare tutte le specie di anfibi, rettili e pipistrelli, ed altre specie faunistiche citate nella Direttiva "Habitat" della UE.
Di fronte ad una tale situazione di pericolo per la sopravvivenza di queste specie, il WWF sente il dovere di criticare duramente il fatto che si continuino ad organizzare, sul territorio provinciale di Forlì-Cesena, sagre "della rana". Si pensi che, solamente per la sagra della rana di Vecchiazzano (in svolgimento in questi giorni) sono stati importati 10 quintali (= 1 tonnellata) di cosce di rana congelate, provenienti dal sud est asiatico, sottraendo così risorse vitali a questi paesi e alle loro popolazioni.
Sagre come quella della rana non difendono alcuna tradizione e vanno in netta controtendenza rispetto ai principi, oggi ampiamente condivisi, dello "slow food" e del "km zero", per i quali il cibo è tanto più buono e giusto quanto più è prodotto nel rispetto dell'ambiente e in prossimità dei luoghi del consumo.
Sagre come quella della rana dovrebbero essere saggiamente "riconvertite", in favore di alimenti realmente tipici e biologici, che sicuramente il nostro territorio sta già producendo.
WWF Forlì - il presidente, Alberto Conti
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