01/11/2024 | 2417 articoli | 1628 commenti | 956 utenti iscritti | 6750 immagini | 52373370
login | registrati

Ultima iscrizione, Giulio B.

Ultimi e i più Cliccati
Argomenti
67
25
17
169
11
69
20
22
7
4
2
366
215
57
27
21
29
9
89
25
23
159
364
5
27
3
5
2
104
6
9
23
12
12
41
54
118
6
20

Dicembre 2021
L M M G V S D
12345
6789101112
13141516171819
20212223242526
2728293031

- - - - - - -

Articolo inserito da Andrea Gorini in data 20/11/2022
Storia
tratto da Forlipedia di Marino Mambelli
letto 7460 volte in 1 anno 11 mesi e 17 giorni (10,48)
CENTRO SANATORIALE IX MAGGIO VECCHIAZZANO

Capitava spesso che Mussolini in persona scegliesse i luoghi in cui far nascere le opere pubbliche del regime. Fu così anche per il Centro Sanatoriale IX maggio di Vecchiazzano a Forlì: un grande e moderno complesso dedicato alla cura della tubercolosi che trovò la realizzazione alla confluenza dei fiumi Rabbi e Montone in località Bertarina Il progetto fu avviato dall’architetto Luigi Bisi ma il tecnico milanese fu sostituito dall’Istituto Nazionale Fascista Previdenza Sociale con l’architetto romano Cesare Valle. Il sito su cui nacque il Sanatorio era un’area inedificata a pochi chilometri da Forlì. Lo straordinario studio progettuale prese in esame ogni cosa: dall’esposizione al sole, alle strade di accesso, al verde, ai servizi e, naturalmente, alle strutture sanitarie e sociali. La costruzione degli immobili fu affidata alla ditta Calvitti di Forlì sotto la direzione dell’ingegner Franco Magri. Il direttore sanitario del Centro fu il prof. Mario Reale. La stampa di allora ci fa sapere che Il personale era composto da medici, assistenti, insegnanti e dalle suore di “Maria Bambina”.
Oggi quegli edifici, che dimostrano una chiara tendenza al razionalismo colto, fanno parte del complesso ospedaliero G. B. Morgagni L. Pierantoni.

Il “Centro Sanatoriale IX maggio” di Vecchiazzano a Forlì. Foto tratta da “Le opere della Previdenza Sociale in Provincia di Forlì” edito l’8 novembre 1937 in occasione della prima inaugurazione.

 

Nella grande e salubre area di 36 ettari furono costruiti tre imponenti padiglioni dall’indole futurista. Con la loro forma originale avevano infatti il compito di esaltare la modernità e in particolare le macchine belliche. Gli edifici rappresentavano una nave, un carro armato e un aereo. Mare, terra e aria. La guerra. Ma il sinistro “simbolismo” non si limitò all’estetica degli edifici. Ogni padiglione venne denominato con una data che rappresentava un momento storico importante per il regime e per Mussolini, mentre le aule di studio all’interno dei padiglioni furono intitolate secondo una collaudata logica devozionale: quella dei bambini ad Arnaldo Mussolini, quella delle bimbe a Rosa Maltoni Mussolini, quella per adulti insieme con le officine ad Alessandro Mussolini.
Completavano il complesso la torre piezometrica, la palazzina d’ingresso, la camera mortuaria e un vasto parco. L’intero Centro sanitario fu intitolato alla data dell’ IX maggio 1936, giorno in cui il duce proclamò l’impero.

Il parco e i viali del “Centro Sanatoriale IX maggio” di Vecchiazzano. Cartolina d’epoca. Raccolta privata.

 

Il prestigioso Centro, nonostante fosse ancora da ultimare, fu inaugurato una prima volta l’8 novembre 1937 da Donna Rachele Mussolini. In quello stesso giorno la moglie del duce tagliò il nastro della sede dell’Istituto Nazionale Fascista di Previdenza Sociale in corso Vittorio Emanuele II, l’attuale edificio della banca BCC (già della Cassa Rurale e poi della Banca di Forlì) di corso Della Repubblica. Ad accogliere Rachele a Vecchiazzano fu il presidente nazionale dell’Istituto onorevole Bruno Biagi. Tra i numerosi presenti furono citati dalla stampa il prefetto Oscar Uccelli, il podestà L. Fante Panciatichi, il federale di Forlì Pio Teodorani Fabbri, la fiduciaria provinciale dei fasci femminili Anna Menghini, il comm. Bosi direttore della sede di Bologna dell’Istituto. La benedizione fu impartita dal vescovo monsignor Giuseppe Rolla.
Rachele Mussolini era una potente “mezzo” propagandistico del regime alla ricerca del consenso. Venne infatti impiegata sistematicamente nelle manifestazioni e nelle inaugurazioni che implicavano donne, bambini e salute. Con evidente successo e impatto emotivo. Lei, oltre ad essere la moglie del duce, era la donna romagnola, la madre di famiglia. Perfetta allo scopo.

Foto Zoli Forlì. Immagine tratta da “Il Popolo di Romagna” 1939.

 

Una seconda e definitiva inaugurazione fu effettuata da Mussolini il 25 luglio del 1939. Il Popolo di Romagna dedicò all’evento due trionfali pagine del giornale elencando i numerosi presenti. Nella minuziosa visita fu accompagnato dal ministro Lantini, dal presidente dell’Istituto S.E. Bruno Biagi, dal direttore generale gr. uff. Oreglia, dal Direttore del Centro prof. Mario Reale e da altri.

Nella stessa giornata il duce visitò alcune colonie marine in riviera e inaugurò la nuova sede della ditta Bartoletti rimorchi a Forlì. A corredo degli articoli uscirono numerose fotografie: erano tutte dedicate alla figura di Mussolini in uniforme bianca. Pochissimo si vede degli edifici inaugurati. Visitati i grandiosi edifici, il duce lasciò il Centro assieme al ministro Lantini per raggiungere la Consorte a Carpena. Si diresse poi verso Forlì sostando brevemente nella Casa del fascio di San Martino in Strada.

Gli edifici del Complesso sanatoriale di Vecchiazzano evidenziati su di una una mappa attuale. Mappa tratta dal sito del Comune di Forlì. Elaborazione Forlipedia.

1) La Nave era il padiglione dei bambini: il cosiddetto Preventorio XXI aprile. Un nome dal valore potente. La fondazione di Roma, ossessione di Mussolini, è infatti fissata proprio al XXI aprile dell’anno 753 A.C.. L’edificio era capace di 250 posti e al momento della visita del duce Fondatore dell’Impero ospitava numerosi giovani provenienti da molte parti d’Italia. Di particolare efficacia erano i terrazzi che circondavano il padiglione. Tale organizzazione architettonica consentiva ai bambini di uscire all’aperto anche quando non potevano recarsi nel parco e di avere sempre luce e aria nelle camere. I terrazzi erano inoltre una corsia per il razionale accesso alle camere in ogni momento. Al piano terra due grandi portici con affaccio sul parco erano destinati al gioco. All’occorrenza potevano essere chiusi con grandi vetrate. Nonostante l’innalzamento di un piano, le numerose opere di tamponamento e la modifica della distribuzione interna, l’interessante edificio razionalista è ancora facilmente riconoscibile. Oggi la Nave è il padiglione Vallisneri dell’ospedale Morgagni Pierantoni.

La Nave. Il padiglione dei bambini, il cosiddetto “Preventorio XXI aprile”. Oggi padiglione Vallisneri. Immagine tratta dal volume “Le opere della Previdenza Sociale in Provincia di Forlì” edito l’8 novembre 1937 in occasione della prima inaugurazione del Sanatorio.

 

2) L’Aereo, un biplano, era il padiglione degli adulti: l’ospedale vero e proprio. Era l’unico edificio già completato al momento dell’inaugurazione di Donna Rachele nel 1937. A quell’immobile fu accostata la data del XXIII marzo. Il XXIII marzo 1919 Benito Mussolini fondò a Milano, in piazza San Sepolcro, i Fasci italiani di Combattimento. L’immobile contava 330 posti letto, le camerate di 40 mq. ne ospitavano mediamente 6. Particolarmente funzionali erano le grandi verande dotate di schermature frangisole. Di moderno interesse, inoltre, era la colorazione dei muri che proponeva un riposante verde chiaro, la stessa tinta adottata dai grandi architetti nella progettazione degli ospedali europei. Oggi l’Aereo è il padiglione Valsalva.

L’Aereo. Il “Sanatorio adulti XXIII marzo”. Oggi padiglione Valsalva. Immagine tratta dal volume “Le opere della Previdenza Sociale in Provincia di Forlì” edito l’8 novembre 1937 in occasione della prima inaugurazione.

 

3) Il Carro armato fu l’ultimo padiglione ad essere completato. Era la colonia post sanatoriale XXVIII ottobre. La data da celebrare con l’edificio era quello della marcia su Roma: il XXVIII ottobre del ’22. Il Comune fascista di Forlì aveva già dedicato a quel giorno il viale della stazione: la strada che oggi porta il nome di viale Della Libertà. L’edificio era destinato, come si legge sulla stampa coeva, a ricoverare gli ammalati guariti provenienti sia dagli ospedali dello stesso Centro di Forlì sia dagli altri istituti di cura della Previdenza Sociale. Un’ardita e modernissima innovazione. I ricoverati sottoposti alla particolare vigilanza di un laboratorio di fisiologia del lavoro, possono infatti usufruire dei reparti di falegnameria, calzoleria, sartoria, officina meccanica da fabbri per riparazioni elettriche e possono inoltre essere adibiti alla vasta azienda agricola annessa allo stesso Centro sanatoriale. In quei locali, spiega Il Popolo di Romagna, gli adulti completamente guariti venivano rieducati al lavoro. Nell’immobile erano presenti un teatro, una palestra e una cappella che il pittore forlivese Giovanni Marchini aveva adornato con scene devozionali, Oggi il Carro armato è il padiglione Allende.

Il Carro armato. La colonia post sanatoriale XXVIII ottobre”. Oggi padiglione Allende. Foto d’epoca. Raccolta privata.

 

4) La torre piezometrica per la riserva idrica colpisce per l’eleganza e la modernità. E’ un inno alla versatilità del cemento armato. In un’interpretazione simbolistica sostituisce visivamente la torre littoria presente in ogni opera pubblica del regime. Ancora oggi si erge slanciata sul complesso nonostante le nuove costruzioni abbiano messo in discussione la sua forza architettonica. 

5) La camera mortuaria fu realizzata in un edificio autonomo lontano dalla vista dei padiglioni di ricovero. Ancora oggi propone arredi interni originali in marmo. E’ stata sostituita nella funzione da una nuova costruzione realizzata nelle immediate vicinanze in tempi recenti. La nuova Sala mortuaria è a servizio dell’ospedale Morgagni Pierantoni.

 

6) L’ingresso al Complesso sanatoriale comprendeva la portineria, gli uffici e l’autorimessa. Non ha subito modifiche di rilievo, il suo aspetto generale rimane quindi oggi lo stesso che aveva negli anni Trenta.

 

 

E poi il parco che oggi ospita essenze arboree di grande interesse e addirittura una rarità botanica: un incrocio tra il Leccio e il Rovere. Il Popolo di Romagna scriveva così nel 1937 al momento della prima inaugurazione del Centro: A circa tre chilometri da Forlì, in frazione di Vecchiazzano, alla confluenza del Rabbi con il Montone, trentasei ettari di terreno dopo cinque anni di intenso lavoro hanno radicalmente mutato il loro aspetto. Lunghi viali ricchi di piante, vaste e ridenti aiuole circondano gli edifici maestosi che sono sorti per dar vita ad un’opera di bene.
A quel Centro, sorto per dar vita ad un’opera di bene, fu purtroppo attribuito il nome di IX maggio 1936, la data in cui il duce proclamò l’impero. Un impero creato a discapito della libertà di altri popoli. 

fai conoscere questo articolo ad un amico


Commenti
 
commenta questo articolo
Articoli con il medesimo argomento
inserito da Gilberto Giorgetti in data 06/08/2006 4 commenti "Storia"
letto 37744 volte
leggi articoloSuicidio di Aldo Pasini, detto “Mazaprit” Aldo Pasini era un bracciante, nato a Rocca S. Casciano il 19 aprile 1909.Da Brisighella, in provincia di Ravenna, si trasferì con la famiglia a Vecchiazzano, dove andò ad abitare in via Tomba, all’attuale numero civico 15. Il...

inserito da Cristina Maltoni in data 02/10/2007 "Cartoline"
letto 29102 volte
leggi articolo Un'altra immagine del 1942 di vecchiazzano centro sanatoriale 9 maggio...

inserito da Cristina Maltoni in data 06/11/2007 11 commenti "Cartoline"
letto 48118 volte
leggi articolo1956 padiglione Valsalva Ospedale Pierantoni (Vecchiazzano) ...

inserito da Cristina Maltoni in data 29/01/2008 1 commento "Cartoline"
letto 26951 volte
leggi articoloUn'altra foto del Centro Sanatoriale ...

inserito da Andrea Gorini in data 28/06/2008 7 commenti "Storia"
letto 33643 volte
leggi articoloIl programma edilizio dell'INFPS, che contemplava un investimento complessivo di spesa di 600 milioni di lire, realizzò a Forlì un grande complesso sanatoriale, da erigersi in località Bertarina, distante 3 km dalla città e scelta nel 1931 dallo stesso Mussolini, un edifi...

inserito da FRANCO FABBRI in data 09/10/2010 5 commenti "Storia"
letto 29726 volte
            IL SANATORIO di FORLI’  di Franco Fabbri       Negli anni venti la città di Forlì, così come tante città italiane, cambia decisamente aspetto e carattere. Si può dire che passa dalla peri...

inserito da Andrea Gorini in data 04/11/2010 2 commenti "Storia"
letto 35305 volte
leggi articoloComplesso Sanatoriale IX maggio di Vecchiazzano, immagini del Sanatorio datate 30 dicembre 1938. Padiglione XXI Aprile, detto "dei bambini" Padiglione 23 Marzo, detto "degli adulti" L'acquedotto del sanatorio È il 30 dicembre 1938, Mussolini visita gli ospiti in cura al sanatori...

inserito da Andrea Gorini in data 26/01/2020 "Storia"
letto 15794 volte
leggi articolo Inizio lavori del Complesso Sanatoriale IX Maggio 1931 Scrive Marco Viroli sul libro "Vecchiazzano": "Nel 1931 l’ allora INFPS (Istituto Nazionale Fascista Previdenza Sociale) oggi INPS, avviò i lavori di realizzazione del grande complesso sanatoriale IX Maggio (data di fondazione de...

inserito da Andrea Gorini in data 16/07/2020 "Storia"
letto 15280 volte
leggi articolo Da "L'ILLUSTRAZIONE ITALIANA" del 6 agosto 1939, una fotograzia scattata Edgardo Zoli che ritrae il Sanatorio, allora "Nove Maggio" oggi "Morgagni Pierantoni" Scritto sul fondo pagina: Ecco due aspetti del Centro Sanatoriale "Nove Maggio" di Vecchiazzano, inaugurato dal Duce nei giorni sco...

inserito da vecchiazzano. it in data 06/04/2023 "Il paese"
letto 3969 volte
leggi articolo Il Centro Sanatoriale a Vecchiazzano fu chiamato "IX Maggio" e l'attuale Padiglione Vallisneri nacque come "Preventorio XXI Aprile" e destinato a ospitare soggetti predisposti o esposti alla tubercolosi, al fine di sottoporli a trattamenti profilattici; il padiglione era infatti destinato ai bambi...

PENCIL ©
Copyright 2006-2024
TUTTI I DIRITTI RISERVATI
 
     
torna su