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Articolo inserito da Fausto Pardolesi in data 15/10/2009
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Minuti contati per il capannone sul fiume Rabbi

 

A monte del viadotto di via del Partigiano che porta a Vecchiazzano e all'ospedale Pierantoni. Il capannone sarà infatti demolito dopo la segnalazione fatta dal Servizio Tecnico Bacino Fiumi Romagnoli che gestisce il corso d'acqua, seguita poi dall'ordinanza di demolizione per l'abuso emessa dal Comune di Forlì nei confronti della proprietà. E la demolizione ha avuto inizio.

Il capannone infatti fu costruito senza permessi su terreno del demanio idraulico e venne inglobato all'interno dell'alveo fluviale con la realizzazione degli argini destro e sinistro del Rabbi da alcuni anni.

Dopo essere stato posto sotto sequestro, ad alcuni anni di distanza, superati gli ultimi cavilli burocratici derivanti da una complessa vicenda giudiziaria, sono iniziati i lavori di demolizione a cura dell'erede di chi lo costruì.

Il capannone che per anni è stato un poltronificio oggi grazie   all'attività svolta in collaborazione delle Amministrazioni competenti viene smantellato.

Prima la rimozione del tetto in eternit, contenente il pericoloso amianto, svolto con maschere e tute da una ditta specializzata, cui segue lo smaltimento come rifiuto speciale pericoloso.

Poi l'abbattimento e il trasporto per il recupero delle pareti in laterizio che verranno macinate e utilizzate come materia prima secondaria.

"Un passo importante - si legge in una nota del Servizio Tecnico Bacino Fiumi Romagnoli - lungo la difficile strada della riduzione del rischio idraulico, la messa in sicurezza del territorio ed il rispetto delle regole."i, a monte del viadotto di via del Partigiano che porta a Vecchiazzano e all'ospedale Pierantoni. Il capannone sarà infatti demolito dopo la segnalazione fatta dal Servizio Tecnico Bacino Fiumi Romagnoli che gestisce il corso d'acqua, seguita poi dall'ordinanza di demolizione per l'abuso emessa dal Comune di Forlì nei confronti della proprietà. E la demolizione ha avuto inizio.

Il capannone infatti fu costruito senza permessi su terreno del demanio idraulico e venne inglobato all'interno dell'alveo fluviale con la realizzazione degli argini destro e sinistro del Rabbi da alcuni anni.

Dopo essere stato posto sotto sequestro, ad alcuni anni di distanza, superati gli ultimi  cavilli burocratici derivanti da una complessa vicenda giudiziaria, sono iniziati i lavori di demolizione a cura dell'erede di chi lo costruì.

Il capannone che per anni è stato un poltronificio oggi grazie   all'attività svolta in collaborazione delle Amministrazioni competenti viene smantellato.

Prima la rimozione del tetto in eternit, contenente il pericoloso amianto, svolto con maschere e tute da una ditta specializzata, cui segue lo smaltimento come rifiuto speciale pericoloso.

Poi l'abbattimento e il trasporto per il recupero delle pareti in laterizio che verranno macinate e utilizzate come materia prima secondaria.

"Un passo importante - si legge in una nota del Servizio Tecnico Bacino Fiumi Romagnoli - lungo la difficile strada della riduzione del rischio idraulico, la messa in sicurezza del territorio ed il rispetto delle regole."

 

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