30/10/2024 | 2416 articoli | 1628 commenti | 956 utenti iscritti | 6750 immagini | 52264599
login | registrati

Ultima iscrizione, Giulio B.

Ultimi e i più Cliccati
Argomenti
67
25
17
169
11
69
20
22
7
4
2
366
215
57
27
21
29
9
89
25
23
159
364
5
27
3
5
2
104
6
9
23
12
12
41
54
118
6
20

Aprile 2027
L M M G V S D
1234
567891011
12131415161718
19202122232425
2627282930

- - - - - - -

Articolo inserito da Gilberto Giorgetti in data 03/08/2006
Storia
letto 27630 volte in 18 anni 3 mesi e 3 giorni (4,15)
Quando i ricordi si fanno storia - QUINTA PARTE

La celletta votiva della “Vergine Addolorata” di Vecchiazzano 
Non si conosce la data di esecuzione di questa celletta, ma dalla tipologia dei mattoni si presume sia stata eretta nella seconda metà del XIX secolo, quando a Vecchiazzano fu costruito il ponte sul fiume Rabbi. 
L’edicola votiva era collocata “ab antiquo” a destra del fosso che costeggiava la strada comunale, in un terreno di Olindo Casadei. Nel 1955, il podere era condotto a mezzadria dalla famiglia di Angelo Valpiani, detto Filén. La celletta, invece, era custodita da Vittoria Casadei, detta Vitöria ad Congia o Mignucca, sorella di Olindo, la quale curava anche il vicino roseto e metteva i fiori davanti all’immagine della Vergine. 
Quando l’anziana donna venne a mancare, la celletta rimase incustodita e abbandonata a se stessa. Il tempo passava e la polvere si adagiava sempre più sulla piccola statua di terracotta, dallo sguardo dolce e malinconico. 
In seguito, il comune di Forlì fece allargare la strada di Vecchiazzano e, anche, il vicino fossato fu chiuso, mentre dietro la celletta furono costruite le nuove scuole. L’edicola votiva si trovò, scomoda e antiestetica, proprio in mezzo al nuovo marciapiede. La celletta, per la sua veneranda età, era tutelata dai Beni Culturali e, quindi, non poteva essere abbattuta. Ad abbatterla, invece, fu la strana dinamica di un incidente stradale.
Il 10 novembre 1988, una moto “Vespa” guidata dal diciottenne Marco Perugini, di Vecchiazzano, usciva dalla via T. Campani e andava ad urtare contro una FIAT “Ritmo”, che proveniva dalla via Castel Latino. Il giovane, alla guida del ciclomotore, veniva sbalzato contro la celletta votiva che, per l’urto, veniva demolita.
La maestra Maria Assunta (Tina) Tolomelli, insegnate nelle vicine scuole elementari, così descriveva il fatto: 
“10 novembre, circa ore 13,20, ora di ricreazione dopo il pranzo. Non si può uscire per il freddo, ma la maestra Carmen di III A con i suoi scolari si avvia fuori verso la recinzione che divide la scuola dalla strada; è successo qualcosa, ha sentito un botto. Anch’io, maestra Tina della classe II A, coi miei scolaretti m’incuriosisco ed esco. Da lontano si può notare che il piccolo monumento o celletta della Madonnina, che era antistante il recinto non c’è più. Ci avviciniamo e possiamo vedere che un’auto azzurra è quasi arrampicata sullo zoccolo di mattoni rimasto, ha il vetro davanti con un enorme buco, il cofano ammaccato e sporco di sangue; dalla parte opposta giace una vespetta contorta, parecchie macerie sono ricadute all’interno del parco della scuola, proprio dove ci troviamo ora, nel punto dove i bambini amano giocare maggiormente se ci fosse stato il sole. Quello è un angolo interno di fronte al “Bar dei cacciatori” e in quell’ora, babbi, nonni o zii vanno a prendere il caffè e vengono a salutare i loro bimbi che sono rimasti nella scuola a pranzo. 
I feriti sono già stati trasportati in ospedale. 
Il fotografo del “Carlino” ci dice che lo scontro è stato frontale, il ragazzo della “Vespa” ha rotto con la testa il vetro della macchina, però, avendo il casco, ha riportato una larga ferita e relativa rottura d’una gamba; l’autista dell’auto solo vari graffi. La polizia è in azione, scrive col gesso in terra vari numeri. 
Mentre stiamo a curiosare ritroviamo sotto un albero il manubrio della “Vespa” e un bimbo della mia classe vede fra le macerie la Madonnina; mi chiama, me la indica; è lì a testa in giù, si confonde coi mattoni rotti. Si avvicina un poliziotto, gli indico la statuetta, lui la raccoglie. Mi preme che quella Madonnina non resta incustodita e chiedo se posso tenerla nella scuola a disposizione di chi poi si occuperà dell’accaduto. La Madonnina è non solo impolverata per l’incidente successo, ma è piena di vecchie ragnatele, è sporca di trascuratezza. I miei scolari, tutti maschi vivacissimi, sono seri, mi seguono in classe. Lavo la statuetta con precauzione, non voglio togliere il colore al mantello né alterare il volto. E’ una povera statuetta di terracotta, mite e ingenua con le sue manine congiunte, dall’incidente ha riportato solo qualche scheggiatura. In quel momento non ero la maestra, facevo le cose d’istinto pensando solo al da farsi; perciò mi sono meravigliata quando i miei scolari, così piccoli, (appena sette anni ancora non tutti), così superficiali, così esuberanti mi hanno detto: “Abbiamo pregato maestra”, mi sono sentita in colpa per non averlo detto io e poi li ho guardati, erano seri, tranquilli e sembrava proteggessero la Madonnina da mani indiscrete. 
Per la cronaca il cancellino di ferro è stato consegnato alle bidelle che l’hanno portato nella mia classe. 
Il giorno dopo la maestra Ave di III A è andata a vedere cosa restava della celletta e fra i mattoni ha visto la croce di ferro, l’ha raccolta e me l’ha consegnata. 

Su richiesta del gruppo “Amici di don Biagio”, il prof. Marco Tadolini, dell’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica di Faenza, così periziava il materiale fittile che compone la statua dell’“Addolorata”: 
“Oggi, 29 novembre 1988, ho esaminato attentamente una statuetta in terracotta policroma, raffigurante la Madonna, presentatami dal sig. Gilberto Giorgetti. 
Si tratta di un manufatto in terracotta di fattura popolaresca, ricalcante una tipologia assai diffusa in tutto l’ottocento. 
Il fatto che il rivestimento policromo non sia né vetroso né a ingobbio, ma si tratti di una patina applicata a freddo e ben conservata, fa supporre che il manufatto sia stato prodotto in epoca più recente, ad imitazione della tipologia ottocentesca. 
Questa è quindi soltanto una supposizione, non ulteriormente comprovabile, considerando che - in diverse occasioni - sono stati rinvenuti frammenti ceramici, rivestiti senza ulteriore cottura, risalenti addirittura al Cinquecento. 
Il materiale con cui è stata foggiata la Madonna è la classica argilla da Faenza, facilmente rinvenibile nella zona basso-collinare romagnola, tipico deposito di origine alluvionale. Tale argilla è prevalentemente di tipo illitico-montmorillonitico, ad elevato tasso di ossido di ferro e calcare (carbonato di calcio). 
La presenza di quest’ultimo composto, unitamente alla fuoruscita dell’acqua sia in essiccamento che in cottura, ed alla combustione delle sostanze organiche presenti nella terra, comporta dopo cottura una persistenza di elevata porosità, fino ad una temperatura di circa 1050° - 1100°. Queste argille sono fusibili, per cui, da questa temperatura in poi, vetrificano frettolosamente e fondono bruscamente intorno ai 1200°. 
Osservando il manufatto, si evince che la temperatura di cottura non dovrebbe aver superato i 900°. Infatti l’impasto, oltre che essere altamente poroso, è anche abbastanza facilmente sgretolabile. 
È probabile, come era in uso fra i ceramisti popolari (e lo è spesso tuttora) che la cottura sia avvenuta in una delle fornaci da laterizi, presenti un po’ ovunque in Romagna sino ad alcuni decenni or sono. 
È altresì probabile che la stessa materia prima impiegata fosse la stessa utilizzata per la produzione dei mattoni. Lo fanno supporre i diversi inclusi, presenti nell’impasto, osservabili nelle parti screpolate del pezzo. Si deve quindi scartare l’ipotesi di un’argilla sottoposta a fini setacciature. 
In sintesi, il manufatto è costituito da un supporto di colore rosso mattone, altamente poroso, di bassa resistenza meccanica. Ciò comporta una sua particolare fragilità, propria - del resto - alla maggioranza delle ceramiche porose di fattura popolare. 

La statua dell’“Addolorata” di Vecchiazzano, soggetta ad alta fragilità, si era salvata rimanendo intatta in mezzo alle macerie 
Per questo motivo, il gruppo “Amici di don Biagio” si fece promotore affinché la celletta e l’“Addolorata” ritornassero al loro posto, quale segno di devozione a questa immagine della Vergine rimasta illesa nell’incidente. 
Su progetto dell’ing. Angelo Sampieri di Forlì, l’edicola votiva veniva ricostruita a ridosso del muro di cinta delle scuole elementari ma, per motivi di viabilità pedonale, un po’ più ad ovest della posizione originale. 
La nuova celletta venne inaugurata la domenica del 25 maggio 1997. 
Questa statuetta dell’“Addolorata” riproduce una nota scultura dei fratelli Graziani, chiamata in volgo “la Madòna di sët dulùr”, che si conserva tuttora a Forlì nella chiesa di Santa Maria Assunta in Schiavonia. 


Nella foto - Vecchia Celletta votiva di Vecchiazzano 

fai conoscere questo articolo ad un amico


Commenti
 
Commento inserito da Andrea Gorini in data 29/01/2007 20:45:44
www.vecchiazzano.it/p.asp?p=59&i=13

La celletta oggi: https://www.vecchiazzano.it/pagine/pagina_articolo.asp?pagina=268&sezione=Storia




commenta questo articolo
Articoli con il medesimo argomento
inserito da Andrea Gorini in data 28/07/2006 "Personaggi"
letto 40056 volte
leggi articolo Nato a S.Martino in Villafranca nel 1902. Parroco di Vecchiazzano per quasi mezzo secolo. Nel 1944 la sua casa natale venne distrutta da un bombardamento e rimasero uccisi tutti i componenti della famiglia. Con la somma ottenuta per danni di guerra, Don Biagio fece costruire in Vecchiazzano una sc...

inserito da Gilberto Giorgetti in data 03/08/2006 "Storia"
letto 29644 volte
leggi articoloLa vecchia chiesa di Vecchiazzano Nel 1947, don Biagio Fabbri prima di demolire la vecchia chiesa e la canonica, già rovinate dai bombardamenti, cercò di salvare quanto era possibile della pianta originale di questa pieve. Fin dal 1946 fece alcuni sondaggi nei vecchi muri e constatò che l’unica par...

inserito da Gilberto Giorgetti in data 04/08/2006 "Il paese"
letto 26587 volte
leggi articoloNella foto - Chiesa dedicata a S. Nicola da Bari. La chiesa fu iniziata su progetto dell'ing. Luigi Cervesi di Forlì nel 1942 e fu inaugurata nel 1952. ...

inserito da Andrea Gorini in data 29/10/2006 "I libri"
letto 27516 volte
leggi articolo“DON BIAGIO FABBRI Un uomo, un prete, un testimone” a cura di Salvatore Gioiello – Tip. Speedgraphic, Forlì 1997. ...

inserito da Andrea Gorini in data 29/01/2007 2 commenti "Storia"
letto 30431 volte
leggi articoloLa celletta votiva della “Vergine Addolorata” di Vecchiazzano, è già stata evidenziata da Gilberto Giorgetti nell'agosto 2006, sezione "Storia" https://www.vecchiazzano.it/pagine/pagina_articolo.asp?pagina=59&sezione=Storia in tutti gli aspetti storici e artistici. N...

inserito da William Bucci in data 15/04/2007 2 commenti "Cartoline"
letto 34785 volte
leggi articoloEcco come si presentava la chiesa tanti anni fa,se non fosse in bianco e nero, sembra molto come è ora!!! ...

inserito da Gilberto Giorgetti in data 16/09/2007 1 commento "Storia"
letto 29154 volte
leggi articoloCome si sarebbe presentata nel IX secolo la Chiesa di Vecchiazzano. All'interno la chiesa era affrescata come quella di Sant'Agostino di Predappio. Nella seconda foto un frammento di affresco risalente al XV secolo forse della scuola di Baldassarre Carrari, tutt'ora conservato nella canonica. Nel...

inserito da Gabriella Cortini in data 03/02/2008 "Cartoline"
letto 30867 volte
leggi articoloEcco come si presentava la CHIESA PARROCCHIALE in una cartolina postale dell' ANNO 1954 ...

inserito da Andrea Gorini in data 28/03/2012 24 commenti "Storia"
letto 30536 volte
leggi articoloUna raccolta di 35 fotografie (le pubblicheremo in varie settimane), che testimonia l'evoluzione dalla vecchia chiesa fino alla costruzione e completamento della nuova, per documentare il cambiamento durante il corso degli anni dal 1936 al 1952 La vecchia chiesa nel 1936 il cimitero che s...

inserito da Pino Casadei in data 15/04/2012 1 commento "Personaggi"
letto 33667 volte
leggi articolo1987                DON BIAGIO FABBRI                2012 Vogliamo ricordarlo  a 25 anni dalla sua scomparsa CHIESA PARROCCHIALE di VECCHIAZZANO...

inserito da Andrea Gorini in data 13/06/2015 "Il paese"
letto 18225 volte
leggi articoloUna reliquia di San Nicola, di proprietà e offerta in visione da A.B., Vecchiazzanese appassionato di antiquariato e oggetti legati al paese. L'affresco della chiesa di Vecchiazzano dedicato a San Nicola San Nicola è uno dei santi più venerati ed amati al mondo. Egli &...

inserito da Pino Casadei in data 03/10/2018 "Storia"
letto 23112 volte
leggi articolo Dopo la morte del parroco Don Biagio Fabbri avvenuta il 2 maggio 1987, il “Comitato Amici di Don Biagio” decise di realizzare un monumento a ricordo di questa grande figura di sacerdote, e di collocarlo davanti alla chiesa, e a ridosso della via Castel Latino.Ad Angelo Ranzi ...

inserito da Pino Casadei in data 16/12/2018 "Storia"
letto 14458 volte
leggi articoloLa costruzione della chiesa di Vecchiazzano ebbe inizio nel 1942, e fu interrotta a causa del passaggio del fronte nel 1944.Per alcuni mesi il manufatto, allo stato di grezzo, fu utilizzato dal Comune di Forlì per mettere al riparo una gran parte della Biblioteca, compresa la Collezione Pianc...

inserito da Andrea Gorini in data 25/03/2019 1 commento "Info a Vecchiazzano"
letto 17079 volte
leggi articoloSerata in Ricordo di Don Biagio Fabbri PRESENTAZIONE DELLA SERATA PICCOLO INTERMEZZO MUSICALE COL NOTO MUSICISTA LUCIANO GIULIANI DI VECCHIAZZANO ACCOMPAGNATO DAGLI ARCHI DELL'ISTITUTO MUSICALE “ANGELO MASINI” DI FORLI' DIRETTI DAL M° FAUSTO FIORENTINI ILLUSTRAZIONE DELLA FIGUR...

inserito da Andrea Gorini in data 13/04/2019 "Attività culturali"
letto 14112 volte
leggi articoloSerata in ricordo di Don Biagio Fabbri, parroco di Vecchiazzano dal 1931 al 1978 a 32 anni dalla sua scomparsa. Intermezzo musicale con il noto Musicista LUCIANO GIULIANI di Vecchiazzano, accompagnato dagli archi dell'Istituto Musicale  “ANGELO MASINI” di Forlì diretti dal M...

inserito da Andrea Gorini in data 19/08/2019 "I libri"
letto 13491 volte
leggi articolo   Testo riportato sul retro: ...Prima di fare il passo decisivo della mia vita il giorno 28, ho voluto scrivere a voi per assicurarvi che io non abbraccio questa vita senza averci pensato e inconsciamente, ma dopo lunga considerazione; dopo aver conosciuto che cosa c'è nel mondo, di ...

inserito da Andrea Gorini in data 28/12/2019 "Il paese"
letto 14919 volte
leggi articoloLa chiesa di Vecchiazzano, dedicata a “S. Nicola di Bari”, ebbe inizio nel 1942 su richiesta di don Biagio Fabbri, parroco del luogo fin dal 1931.Il progetto della chiesa fu affidato all’ing. Luigi Cervesi, noto professionista forlivese.Nel maggio del 1944, la chiesa di Vecchiazzan...

inserito da Andrea Gorini in data 13/09/2020 "Storia"
letto 16312 volte
leggi articolo Due foto della chiesa senza campanile, era l'anno 1951. I lavori del campanile inizieranno il 17 agosto 1951 per terminare il 12 dicembre dello stesso anno.  ...

inserito da Andrea Gorini in data 18/09/2021 "Il paese"
letto 12446 volte
leggi articolo 1942: Per costruire la nuova chiesa, sul vecchio campanile venne issata una vasca che conteneva acqua, questa riempita con una pompa elettrica che aspirava dal pozzo di fronte alla porta della canonica...

PENCIL ©
Copyright 2006-2024
TUTTI I DIRITTI RISERVATI
 
     
torna su