Malucelli alla Bingoal: «Mi sono cavato un peso, ora si riparte»
Vicende come quella della Gazprom possono segnare periodi bui e compromettere carriere. Matteo Malucelli non si è dato per vinto e in una stagione rattoppata dalla maglia azzurra prima e dalla China Glorypoi, ha saputo anche alzare le braccia al cielo. Dopodiché si è rimboccato le maniche ha trovato una sistemazione per il 2023. E così è arrivata la firma per la formazione belga Bingoal Pauwels Sauces WB.
Ora il ventinovenne forlivese per il futuro sembra essersi levato quel macigno che lo ha logorato mentalmente per tutta la stagione. Il Nord lo aspetta e con lui la volontà di vivere un ciclismo seguito e in uno dei suoi habitat naturali.
Malucelli quest’anno ha corso gran parte delle corse con la maglia azzurra
Come stai, Malu? Bene finalmente mi godo un po’ di riposo. Anche se ne ho fatto fin troppo quest’anno (ride, ndr). Mi sono fermato il 9 di ottobre e ricomincerò i primi di novembre ad allenarmi, farò tre settimane proprio di pano.
E’ arrivata la firma per il 2023… Sì, finalmente! Mi sono tolto un bel pensiero, perché quest’anno è stata veramente dura.
Sei stato accostato a tante formazioni. Come mai hai scelto la Bingoal? Fra le possibilità che si erano venute a creare, era la squadra che secondo me poteva offrirmi un insieme di possibilità in vista delle gare e della loro provenienza essendo belgi. Mi può dare delle garanzie anche a livello di calendario e sicuramente questa cosa qui mi ha spinto verso di loro. Essendo una squadra belga e non essendo mai riuscito a correre al Nord, mi sono convinto facilmente. Anche perché purtroppo o per fortuna il ciclismo è là in Belgio.
Giro di Sicilia 2022, la prima tappa a Bagheria la vince proprio Matteo Malucelli
Correrai spesso al Nord… Ho visto che fanno un buon calendario di corse a tappe. E poi fanno le gare di un giorno al Nord e corrono anche abbastanza in Francia. Si sviluppa quindi soprattutto fra Francia, Belgio e Olanda. Sicuramente sarà un bel mix.
Credi possano essere corse adatte a te? Diciamo che sicuramente faranno molte gare adatte alle mie caratteristiche. In questo ciclismo si ha la tendenza a fare delle corse sempre più dure, più estreme. Mentre per le mie caratteristiche non dico solo pianura, ma gare più facili altimetricamente sono a me più congeniali.
Hai già qualche obiettivo tra le corse di inizio stagione? Il calendario che farò ancora non lo so. In questo momento qua, dopo la firma, mi sto concentrando solo a ricaricare le pile senza fare tanti progetti. Andrò a metà novembre a fare tutte le visite mediche, anche se non credo che si parlerà di calendario. Poi a dicembre credo che si comincerà a parlare del 2023.
Parliamo della stagione appena conclusa. Com’è andata dal punto di vista sportivo? Da come era partita, sembrava poter essere la mia miglior stagione e forse lo è stata. Nonostante sia stata così falsata dagli avvenimenti della Gazprom. Chiaramente nei primi due mesi eravamo partiti bene e ci aspettavamo tutti una grande stagione. Avevamo lavorato bene e i primi risultati li stavamo raccogliendo. Purtroppo è andata come è andata e da aprile in poi dopo il Giro Sicilia è sempre stata un inseguimento della condizione.
Un’ottima partenza poi è andato tutto in salita… Purtroppo per quanto uno si possa allenare bene, se non si corre il ritmo gara si perde. Quando sono rientrato dalla Sicilia, ho corso l’Adriatica Ionica Race quando metà gruppo usciva dal Giro d’Italia. Mi sono rifermato, sono rientrato ad agosto quando metà gruppo aveva corso il Tour. Si capisce che dietro a tutta la volontà, gli altri hanno un vantaggio di 40/50 corse nella gambe e questo fa la differenza. Nonostante tutto, sono arrivati alcuni risultati che mi hanno dato morale per proseguire e ripartire con la consapevolezza che la mentalità fosse quella giusta. E’ chiaro che se tu sei a casa e gli altri corrono, penta complicato.
Al Tour of Antalya, Malucelli ha conquistato la prima vittoria 2022 per la Gazprom
Come hai trovato la motivazione durante l’anno? Fino al campionato Italiano non è stato facile, ma grazie alla Federazione e a Bennati siamo riusciti a trovare continuità. Anche se si correva ogni 30 giorni, c’erano gli obiettivi. Una volta passato il campionato italiano, c’è stato un mese dove siamo rimasti ognuno per la propria strada. E quindi non sapevamo più veramente che cosa ci sarebbe successo. Diciamo che il mese di luglio è stato quello più duro. Poi quando ho ripreso a correre con degli obiettivi, è stato più facile per la testa. Nonostante sia la stagione in cui ho corso di meno, è quella in cui sono arrivato più stanco a livello mentale. E’ stata veramente una dura prova (sospira, ndr)
Continuerai ad allenarti nella tua Romagna o hai pensato al trasferimento? Dallo scorso anno sono residente a San Marino. La squadra farà due ritiri, uno a dicembre e uno a gennaio di circa 15/20 giorni. Quei mesi saranno impegnati al caldo. Dopodiché cominceranno le corse. Immagino che ci saranno dei periodi nel quale dovrò stare in Belgio, perché ci saranno corse di un giorno concentrate. Diciamo che non è nemmeno venuta fuori l’ipotesi di un trasferimento.
Ad aspettarti nella formazione belga c’è Marco Tizza, lo conosci? Sì, con lui ho corso nel 2015 al Team Idea. Siamo in buoni rapporti, ci conosciamo.
Vi siete già sentiti? Avevo parlato con lui della squadra già quest’estate, ma più per curiosità personale conoscendolo. Gli ho chiesto come si trovasse e me ne aveva parlato molto bene. Quando le trattative si sono fatte più serie, gli ho chiesto quale fossero la sua impressione e il suo vissuto e mi ha sempre detto che sono una bella squadra in cui si sta bene. Il fatto che ci sia un altro italiano è molto importante. Ho corso in Caja Rural senza italiani solo con spagnoli e devo dire che è più complicato.
Ti sei già fatto un’idea su che compagni avrai, se troverai un treno organizzato o sarai tu a doverti muovere autonomamente negli sprint? A dire la verità, non lo so. Non abbiamo ancora parlato di questo. Essendo una squadra belga, posso immaginare che sanno fare queste cose meglio di noi. Più che organizzare io, saranno loro a organizzare me. Mi affiderò. Hanno sempre lavorato bene e sono sicuro che continueranno a farlo.
|