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Articolo inserito da Ruggero Ridolfi in data 13/11/2014
Info a Vecchiazzano
tratto da Conferenza Forlì 26 Novembre 2014
letto 12671 volte in 10 anni 1 mesi e 16 giorni (3,43)
INQUINAMENTO E TUMORI:QUELLO CHE GLI STUDI (a volte) NON DICONO

Il tema della salute è così importante per i cittadini che essi desidererebbero ricevere dagli “esperti” risposte chiare e certe. Spesso invece i messaggi che giungono dalle Istituzioni preposte alla tutela della salute e dai cosiddetti “esperti” sono contraddittori e non è raro che gli stessi  studi scientifici forniscano risultati diversi e talora contrastanti.  Non c’è quindi da stupirsi se la gente ne risulta disorientata e reagisce con sfiducia o diffidenza nei confronti della scienza stessa. Quando le ricerche scientifiche riguardano il delicato problema dei possibili rischi derivanti dall’inquinamento ambientale sulla salute dei cittadini, vengono impiegati strumenti matematici e statistici sofisticati. Tuttavia i dati che vengono raccolti non sono sempre facili da interpretare, talora per la presenza di condizioni oggettive che confondono e rendono complessi gli studi e le loro valutazioni, portando a conclusioni non univoche. A titolo di esempio, le malattie degenerative e tumorali insorgono dopo molti anni dall’esposizione alla possibile causa, oppure hanno numeri esigui rispetto a quelli dell’intera popolazione come nel caso dei tumori dell’infanzia, fortunatamente rari. Questi ed altri motivi oggettivi richiedono disegni di studio particolarmente accurati, ma nonostante questo, l’interpretazione finale dei risultati può risultare difficile e controverso. Alle difficoltà oggettive, però, dobbiamo aggiungere anche altri fattori “soggettivi”, introdotti per lo più inconsapevolmente, ma non di rado anche deliberatamente e tali da alterare o confondere i risultati.  Prevenzioni personali, ma anche e soprattutto interessi privati o pubblici (più o meno espliciti) possono interferire con lo svolgimento di uno studio, condizionandone gli esiti e le conclusioni. Vi sono tanti possibili errori (bias), che possono facilitare un risultato negativo piuttosto che uno positivo: scegliendo di considerare, per esempio, un’area di esposizione più o meno vasta con una più o meno forte diluizione del rischio, o di selezionare il gruppo delle persone esposte includendo fra loro anche molti non esposti  con l’evidente effetto di annullare le differenze nel confronto,  e così via. I risultati di queste diverse valutazioni, spesso confondenti e contrapposte,  sono sotto gli occhi di tutti nelle cronache quotidiane che ci parlano di salute e di inquinamento ambientale.

Il 26 Novembre 2014, a Forlì due autorevoli Relatori parleranno di questi aspetti illustrando al pubblico come capire quali siano i risultati più affidabili degli studi scientifici. Spiegheranno inoltre, con esempi concreti, cosa sia la “Popular Epidemiology”, ovvero una Ricerca Scientifica in cui i cittadini abbiano la possibilità di intervenire nella decisione e definizione degli studi che li riguardano, cercando di sorvegliare l’imparzialità della valutazione dei risultati.  L’incontro, organizzato  da “Medici per l’Ambiente” ISDE Forlì-Cesena,  si terrà presso la Sala Santa Caterina di Forlì (v. Romanello 2) dalle ore 17 alle 19. Aprirà i lavori con un saluto agli intervenuti il Sindaco di Forlì Davide Drei, introdurrà l’argomento Patrizia Gentilini (ISDE -FC), relazioneranno Agostino Di Ciaula (ISDE- Bari) e Annibale Biggeri (Univ . Firenze), con il coordinamento di Ruggero Ridolfi (ISDE-FC). 

La cittadinanza e tutti coloro a cui sta a cuore la propria salute e quella delle generazioni future sono invitati.

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