Dopo 90 anni torna restaurata la "Pietà" di De Cupis, dedicata a 4 bambini morti
Il monumento fu realizzato in memoria dei quattro bambini che nel 1925 videro la morte in un tragico incidente stradale. Al centro del tempietto, la cui struttura architettonica è composta da quattro croci
Venerdì mattina il Comitato di Quartiere di San Varano ed il Comune di Forlì presentano il restaurato monumento "La Pietà" di Roberto de Cupis. Sabato 11 maggio, dalle ore 16.30, presso Palazzo Romagnoli, via Albicini n. 12, a Forlì si svolge il seminario dedicato al Monumento di San Varano, memoria e monito restituiti attraverso il restauro dell’opera d’arte; storia, metodi, tecniche e immagini dell’intervento.
La pregevole opera dell’importante scultore/architetto forlivese Roberto de Cupis (Roma, 13 luglio 1900 – Forlì, 9 gennaio 1975) che ha operato prima metà denella l novecento fu inaugurato il 7 aprile 1929. Il monumento fu realizzato in memoria dei quattro bambini che nel 1925 videro la morte in un tragico incidente stradale. Al centro del tempietto, la cui struttura architettonica è composta da quattro croci che sorreggono una cupola, è collocata la “Pietà” che con grande maestria artistica è rappresentata da una mamma che piange e tiene in grembo il proprio figlio morto. Il grave stato di degrado dell’opera a cui era giunta l’opera prima dell’intervento, la materia di cui è composta, calcestruzzo armato con pregevole finitura in finto bronzo, hanno costituito i complessi temi del suo restauro che si inserisce nel dibattito del restauro e nello studio della materia che interessano molte opere del Ventennio.
A questi interessanti temi artistici e tecnici si lega anche l’azione “popolare” della raccolta fondi che al fine di riportare la memoria e monito dell’evento e la consapevolezza di restaurare una pregevole opera d’arte è stata fondamentale nel permettere la realizzazione del restauro. Attraverso le memorie del figlio dello scultore, Ettore Maria de Cupis, l’attenta relazione storico-artistica di Flavia Bugani, la narrazione del percorso condiviso sulle modalità del restauro, dell’architetto Marzia Iacobellis della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Ravenna, l’esposizione delle tecniche e delle procedure del restauratore Andrea Giunchi, e il coordinamento del Direttore dei Lavori dell’opera, architetto Andrea Savorelli Responsabile Unità Progetti Speciali su Edifici Culturali e di Interesse Storico-Artistico.
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