Il parco dell'ospedale "Morgagni-Pierantoni", sorto negli anni '30, è un vero e proprio giardino botanico, con numerose specie indigene, sia latifoglie sia aghifoglie, nonché un vasto campionario di varietà esotiche. Una vera rarità è l’ibrido sempreverde nato da un incrocio spontaneo fra una quercia e un leccio. «Si tratta di un albero unico su questo pianeta e che non ha un nome – illustra Giuseppe Serra, perito agrario in pensione, un tempo in servizio per l’Ausl di Forlì – per quel che so io, esiste una pianta simile solo a Lione, ma con caratteristiche diverse».
Per valorizzare tale patrimonio e abbellire ulteriormente il parco, l'Ausl di Forlì si è impegnata a mettere a dimora nuove specie botaniche, mentre l'associazione tutela del verde e restauro ambientale "Paola Canziani" ha proceduto a installare un centinaio di nidi artificiali, a protezione dell’avifauna del parco, aiutando così concretamente gli uccelli nel momento più importante della loro esistenza: la riproduzione. «I nostri obiettivi – spiega il presidente dell’associazione “Paola Canziani” Bruno Boni – sono da una parte favorire la biodiversità e aumentare le opportunità per le specie minacciate, dall’altra stimolare e accrescere, soprattutto nei giovani, la conoscenza e il rispetto del mondo vegetale e animale». Grazie ai nidi, tutti rigorosamente numerati così da individuare le diverse specie, sarà infatti possibile osservare se gli uccelli del parco tendono a nidificare, come lo fanno e qual è in generale il loro comportamento nel momento della riproduzione. «Ovviamente, i nidi saranno utilizzati dai volatili della prossima generazione – prosegue Boni – fra un anno, quindi, effettueremo un censimento sulla base della numerazione dei nidi, così da avere una mappatura precisa degli esemplari che popolano il parco e un quadro della situazione». Fra le specie attualmente più diffuse, si annoverano uccelli tipici dell’ecosistema fluviale che caratterizza il parco dell’ospedale, situato proprio alla confluenza di due fiumi, il Rabbi e il Montone. «Prima abbiamo selezionato le piante – riprende il presidente – poi abbiamo allestito i nidi. Questi ultimi sono stati tutti realizzati a mano, con legno marino, da un artigiano specializzato nel settore. Perché gli uccelli nidifichino, infatti, il legno deve essere neutro, senza essenze che possano confonderli». Per favorire il più possibile la fruizione del patrimonio verde del parco, si sta poi studiando la realizzazione di un vero e proprio percorso, con appositi cartellini informativi per ogni pianta comprensivi di illustrazioni in carattere brail per favorire i non vedenti.
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