Articolo inserito da Ruggero Ridolfi in data 13/04/2008
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INCENERITORI E SALUTE: NOTIZIE ALLARMANTI DALLA FRANCIA
Il 2 aprile u.s. http://www.cniid.org/espace_mailing/cp_20080402.htm sono stati resi noti i risultati definitivi della ricerca condotta da La Veille Sanitarie in Francia nelle popolazioni residenti in prossimità di impianti di incenerimento. I risultati preliminari erano stati presentati nel novembre 2006 ed avevano riguardato 135.567 casi di cancro insorti nel periodo 1990-1999 su una popolazione di circa 2.5 milioni di persone residente in prossimità di 16 inceneritori di rifiuti urbani attivi tra il 1972 ed il 1990. Lo studio aveva considerato l’esposizione a diossine valutate in diversi percentili, trovando un aumento del rischio coerente col crescere dell’esposizione; in particolare nelle aree più esposte l aumento del rischio era: sarcomi + 12.9% in entrambi i sessi, linfomi non Hodgkin + 8.4% , cancro al fegato +9.7 %, cancro alla mammella +6.9%, tutti i cancri nelle donne +4% .Orbene, le preoccupazione già a suo tempo emerse dai risultati preliminari, si sono ulteriormente rafforzate davanti ai risultati definitivi conteggiati a marzo 2008 e che evidenziano i seguenti incrementi: sarcomi + 22%, linfomi non Hodgkin + 12% in entrambi i sessi + 18% nelle femmine, cancro al fegato +16%, tutti i cancri nelle donne +6% ed ancora, dato in precedenza non rilevato, incremento del rischio di incidenza per mieloma multiplo in entrambi e sessi +16% e per i maschi addirittura + 23%. Oltretutto, a detta degli autori, il picco non è ancora stato raggiunto! Ricordiamo che anche lo studio condotto sulla popolazione di un quartiere di Forlì (Coriano) esposta a due impianti di incenerimento ( rifiuti urbani e ospedalieri) aveva evidenziato gravi danni per la salute specie nel sesso femminile con aumento statisticamente significativo del rischio di morte per tutte le cause e soprattutto per tutti i tumori (in particolare mammella, colon, stomaco). La particolare suscettibilità del sesso femminile agli inquinanti emessi da questi impianti è facilmente comprensibile se si pensa, ad es., che la concentrazione di diossine nel sangue delle donne di Seveso, anche a distanza di anni, era dalle due alle tre volte superiore a quella riscontrata nei maschi, che pure erano stati esposti al medesimo evento: le caratteristiche biologiche, metaboliche, endocrine rappresentano evidentemente un fattore discriminante di particolare rilievo.
D’ altra parte è ben noto che proprio nel sesso femminile, anche nel nostro paese, si registra una crescente incidenza di cancro che, secondo i dati dell’ Associazione dei Registri Tumori Italiani (AIRTUM) presentati proprio per l’ 8 marzo 2008, è dell’ 1% annuo, indipendentemente dalla età. Tutte queste considerazioni, al pari di quelle che si fanno per la salute infantile, sono però parole al vento: nessuno se ne cura ed invece di passare dalle parole ai fatti- ovvero intraprendere azioni concrete per ridurre l’ immissione di sostanze tossiche ed inquinanti nell’ ambiente facendo Prevenzione Primaria - si continua solo ad esprimere buone intenzioni o a “ monitorare” i danni che si continuano a recare.
Da questo punto di vista la gestione dei rifiuti è a dir poco paradossale: da tempo abbiamo capito che i “rifiuti” (o meglio i “materiali post-consumo”) sono risorse, ma, se anche fossero una “malattia”, come viene costantemente propagandato, la “cura” che ci viene prospettata, ovvero il loro incenerimento, è molto peggiore del male, dal momento che ogni processo di combustione trasforma materiali di per sé inerti in composti altamente tossici e nocivi, con danni che sono oggi dettagliamente calcolabili.
Sul sito http://ec.europa.eu/research/headlines/news/article_05_10_21_en.html dell’UE è oggi possibile, inserendo alcuni parametri emissivi (NOx, SO2, PM10, VOC..) l’ altezza dei camini ecc. quantificare i danni alla salute e all’ ambiente per ciascuna fonte. Per fare un esempio, ogni anno emissioni simili a quelle dell’ inceneritore di Brescia, secondo tale software che –si badi bene- considera solo una parte degli inquinanti emessi, causerebbero una perdita economica pari a 1.480.000 Euro!
Che altro resta da dire? Il problema dei rifiuti è, in assoluto, il più semplice da risolvere, se solo si facessero scelte coraggiose e chiare: dalla raccolta “porta a porta” al recupero effettivo dei materiali post-consumo. Ma fino a che rimangono i cassonetti stradali che altro non sono che mini discariche all’ aperto e fino a che lo stesso gestore gestisce sia la raccolta differenziata che l’ incenerimento e guadagna tanto più brucia, rivendendo a prezzo triplicato la poca energia prodotta, come sperare che inverta la rotta? Solo la nostra follia può pensare che sia vantaggioso incenerire carta, legno, plastica…preziose materie che poi dobbiamo produrre ex.novo abbattendo alberi od estraendo petrolio. Allo stato attuale il 98.2% di tutti i rifiuti urbani può essere recuperato come materia, e, per chi ancora non lo sapesse, anche i materiali poli-accoppiati e gli stessi pannoloni diventano – tramite processi di estrusione, senza formazione di alcun inquinante - sabbia sintetica utilizzata in edilizia o per manufatti plastici. In pratica il “secco non riciclabile” che prima andava alla discarica o all’ incenerimento ad un costo medio di 120 Euro a ton, viene venduto al prezzo di 80 Euro a ton sotto forma di sabbia sintetica! Non è utopia, non succede chissà dove, succede nel nostro paese. Perchè i nostri amministratori e politici invece dei pellegrinaggi a Vienna o Brescia non vanno a visitare, ad es. il Centro Riciclo di Vedelago (TV) dove si realizza quanto sopra detto? Qui, senza sovvenzioni pubbliche si sono creati posti di lavoro stabili e sicuri, senza nocività né per i lavoratori né per l’ ambiente. Impianti simili si possono realizzare ovunque in pochi mesi e con investimenti che sono almeno un decimo inferiori rispetto a quelli necessari per realizzare un inceneritore che tratti la stessa quantità di materiali.
Se dunque è possibile evitare queste inutili e costose fabbriche di veleni senza il ricatto occupazionale, ma anzi creando lavoro e ricchezza, è facile capire perché non solo cittadini e comitati si sono mobilitati, ma anche centinaia di migliaia di medici in Europa, dal Consiglio Nazionale degli Ordini dei Medici Francese, ai Medici Irlandesi, alla Federazione degli Ordini dell’ Emilia Romagna, si sono attivati per chiedere una moratoria sulla loro costruzione.
Ma ancora una volta, proprio all’ interno del mondo scientifico e medico, le voci indipendenti dai grossi poteri economici/finanziari faticano a farsi ascoltare.
Quante sofferenze e quanti morti ancora saranno necessari perché finalmente si aprano gli occhi ed i rifiuti cessino di essere risorse solo per chi, incenerendoli, accede, in un mercato drogato, ai vergognosi incentivi che solo l’ Italia riconosce ai “fuochisti” di turno?
Commento inserito da
Claudia Lombardi in data 22/04/2008 20:45:45
www.vecchiazzano.it/p.asp?p=583&i=354
Ho cercato di diffondere il più possibile quanto scritto (e anche di più.. facendo anche altre ricerche) ma purtroppo le reazioni che ho ricevuto sono del tipo .. "e che vuoi farci", oppure "ma non è che sono allarmismi esagerati di estremisti?".
Io non so come fare a convincere le persone che conosco ad interessarsi al problema inquinamento in senso generale, e in senso stretto a quello provocato daGLI inceneritorI a Forlì, e dalla cava o meglio la lavorazione degli inerti a Vecchiazzano. L'altro giorno mi è arrivata notizia che in puglia 3 mamme sono state trovate con LATTE MATERNO alla DIOSSINA.
Ci sono le lettere firmate dai medici qui a forlì ma nessuno li ascolta. Io sono una semplice cittadina, non ho cariche pubbliche e non ho neanche una grande cultura... ma leggo... e cerco di tenermi informata. E ci sto davvero male per il futuro che verrà!
In occasione dell'Earth Day (oggi 22 aprile), Giornata della Terra, a proposito, se n'è parlato a livello mondiale, ma non ho trovato niente sugli eventi organizzati a Forlì in questa occasione, ma almeno ne hanno parlato nelle scuole??? sarebbe giusto che tutti cercassimo di fermarci un secondo a riflettere
Quanto sto inquinando?
Cosa posso fare nel mio piccolo per migliorare le cose?
Commento inserito da
Ruggero Ridolfi in data 24/04/2008 20:45:45
www.vecchiazzano.it/p.asp?p=583&i=355
Credo che si debba far capire a tutti e soprattutto ai Politici di ogni ordine e grado che le Diossine:
• Non esistono in natura
• Sono prodotte tutte le volte che si bruciano sostanze contenenti Cloro (per es la plastica!)
• Non possono fisicamente essere fermate da alcun filtro nei camini degli inceneritori
• Sono molecole estremamente stabili
• Entrano inevitabilmente nella catena alimentare (vegetali, foraggi, frutta, verdure, carni, pesce e soprattutto latte e latticini)
• Hanno un tempo di dimezzamento negli organismi viventi di 7-8 anni, per cui si accumulano nel tempo soprattutto nei tessuti adiposi (e passano nel latte materno)
• Sono fra i più potenti cancerogeni noti.
Il nostro territorio (pianura padana) risulta dalle foto dei satelliti una delle aree più inquinate d’Europa ed è quello a più alta incidenza (numero dei nuovi casi di tumore per anno) per i tumori femminili di tutta l’Italia
(1° Parma, 2° Ferrara, 3° Forlì-Ravenna... Rapporto Annuale 2008 realizzato da AIRTUM www.registri-tumori.it)