Il 13° corpo britannico di riserva in Toscana si era mosso con la 6° divisione corazzata lungo l’asse Dicomano –Forlì e la 1° di fanteria lungo l’asse San Lorenzo Faenza al centro l’ottava divisione indiana con canadesi della 1° brigata corazzata, ma i carristi inglesi dopo una marcia estenuante di una settimana si fermeranno a San Benedetto in Alpe, i tornanti del Muraglione disseminati di mine e interruzioni, stroncarono la marcia alleata verso Forlì. I partigiani del Battaglione Corbari a San Benedetto in Alpe si sono uniti agli alleati dopo aver combattuto i tedeschi a Monte Casale di Modigliana
Il 16 agosto 1944, il corpo di Silvio, il popolare comandante del Battaglione, era stato appeso ad un lampione di piazza Aurelio Saffi dai tedeschi a Forlì, accanto a quelli dei compagni di lotta Adriano Casadei, Arturo Spazzoli ed Iris Versai. Un macabro spettacolo di medioevale memoria quello al quale assistettero commossi i Forlivesi
Reparti della 10° divisione indiana guadarono il Ronco in piena nei dintorni di Meldola per dirigersi poi verso Forlì accompagnati da un distaccamento partigiani dell’8° Brigata Garibaldi di Romagna Sono i primi giorni del novembre 1944
Negli stessi giorni, anche reparti di fanti inglesi della 46° divisione guadano il ronco e conquistano la frazione forlivese di San Martino in strada. Anche reparti della 4° divisione britannica si attestano sulla riva sinistra del Ronco, all’altezza del campo di aviazione, dopo che due precedenti tentativi di creare una testa di ponte a nord del fiume, erano stati respinti da violenti contrattacchi tedeschi, circa 300 furono i fanti inglesi morti, feriti o fatti prigionieri
scrive il generale Hoppe (http://members.tripod.com/aries46/zmenoliv.htm) comandante della 278° divisione germanica schierata a difesa di Forlì: “il 6 novembre, circa 20.000 colpi di artiglieria caddero sui 7 km della nostra linea di fronte, ed ufficiali reduci dalla Normandia dissero che il materiale la impiegato non era stato maggiore” Il ripiegamento fu eseguito prima del previsto nella notte verso il 9 novembre perché i partigiani avevano distribuito armi alla popolazione ed alla periferia occidentale della città già si udiva il grido di giubilo del forlivesi che accoglievano le avanguardie inglesi.
Forlì, 9 novembre 1944, fanti inglesi della 4° divisione entrano in città, accolti festosamente dalla popolazione
La marcia dell’8° armata continua, superato il fiume Rabbi ed il fiume Montone gli alleati avanzano verso Faenza, ma ancora una volta, la forte resistenza tedesca, favorita dal maltempo, ne arresterà il cammino sul fronte del Rio Cosina, all’altezza di Villanova di Forlì.
Il 15 novembre 1944, fanti dell’8° divisione indiana e carristi della 1° brigata canadese occupano Modigliana, l’ultimo dei comuni del forlivese ancora in mano ai tedeschi.
La provincia di Forlì è finalmente tutta libera, ma anche gli ultimi giorni di guerra erano stati segnati da altri lutti ed altre rovine, 9 civili trucidati e gettati in un pozzo di Vecchiazzano di Forlì da un reparto tedesco in ritirata l’8 novembre 1944. Il 10 dicembre infine, un aereo fascista sganciava sul centro abitato di Forlì (in San Biagio e Corso Armando Diaz), alcune bombe ad alto potenziale, provocando ancora distruzione e morte
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