Articolo inserito da Gilberto Giorgetti in data 06/08/2006
Storia
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Vecchiazzano fra Ottocento e Novecento - SESTA PARTE
Nel maggio del 1944, la nuova chiesa di Vecchiazzano, ancora in fase di completamento, venne requisita dal comune di Forlì per trasferirvi una parte della biblioteca pubblica. Venerdì 19 maggio 1944, alle ore 10 circa, Forlì subì il primo bombardamento aereo degli alleati. Le zone più colpite furono quelle di S. Pietro e della stazione ferroviaria. Alla fine dell’incursione si contarono centinaia di morti. Rimase ucciso anche un giovane diciassettenne di Vecchiazzano, un certo Giuseppe Mosconi, mentre con la bicicletta tentava di fuggire da porta S. Pietro. La paura collettiva determinò nei cittadini uno sfollamento generale verso le campagne e i centri rurali limitrofi. Dopo la disastrosa battaglia di Montecassino, nel giugno del 1944, il fronte avanzò molto lentamente. Nel forlivese, intanto, giunsero a piedi con cavalli e con carretti i primi tedeschi in ritirata. Il 30 giugno sostarono anche a Vecchiazzano. Intanto, dall’imbrunire all’alba, incominciò a fare le sue apparizioni anche “Pippo”. Così era denominato, popolarmente, un aereo di perlustrazione delle truppe alleate. A Vecchiazzano con l’apparizione di “Pippo” la comunità iniziò a scavare i primi rifugi, in previsione di prossimi bombardamenti. Il rifugio più capiente, chiamato “il rivone”, fu quello scavato a sud sulla riva del fiume Rabbi, al confine col podere di casa Cióca. Nel luglio del 1944, la parrocchia di Vecchiazzano diventò una specie di deposito per munizioni. Il materiale bellico era nascosto e coperto da frasche sotto i filari delle viti, sotto gli alberi e sotto le siepi di biancospino lungo le strade e le “callaie”. Questi depositi erano collocati a distanza fra loro e disseminati lungo le strade S. Lorenzo, Tomba, Massa e Ladino. In questo periodo, fu più frequente ed insistente l’apparizione di “Pippo”, che segnalava l’avvicinarsi del fronte. Intanto, i tedeschi con un’ordinanza obbligavano tutti gli uomini delle classi 1910-1926 ad arruolarsi nella TODT, un’impresa tedesca che aveva in appalto i lavori di carattere bellico in Italia. Il rifiuto a parteciparvi equivaleva a sicura deportazione. Per questo motivo, fra il 17 e il 18 luglio, molti uomini di Vecchiazzano aderirono alla trebbiatura, poiché era compresa nello statuto della TODT. I partigiani, nell’attesa di un immediato arrivo delle truppe alleate e credendo di fare cosa gradita a coloro che erano costretti a partecipare alla TODT, rubarono e incendiarono le cinghie dei trattori, in modo da rendere impossibile la trebbiatura.
Purtroppo, il ritardo dell’arrivo degli alleati permise che l’8 agosto 1944 riprendessero i lavori. Nella foto - La chiesa di Vecchiazzano in fase di costruzione..
Un contadino di Vecchiazzano nella banda del “Passatore”
Nel II sec. d.C. la Chiesa assunse “principalità” e dopo continue dispute con l’Impero, si affermò sotto papa Nicolò I (858-867), preludendo così alla teocrazia.
Le lotte fra l’Imperatore e il Papa passarono, negli ultimi secoli, attraverso l...
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Don Brunaccini era sempre parroco a Vecchiazzano, quando il 23 marzo 1919, a Milano in piazza S. Sepolcro, il quadrunvirato Mussolini, Balbo, De Vecchi e De Bono fondarono i fasci di combattimento. Con questo evento si incrementarono le lotte politiche e le prime provocazioni.
Il 27 dicembre 1920, ...
Silvio Corbari e Iris Versari in casa Sbaraglia a Vecchiazzano
Erano circa le ore 13,30 di sabato 12 agosto 1944, quando suonò improvvisamente l’allarme. A Vecchiazzano la famiglia Sbaraglia aveva appena terminato di pranzare, quando al suono della sirena, Giovanni Sbaraglia, suo figlio Bruno e la ...
Il giorno 14 agosto 1944 scoppiò una bomba nascosta in una bica a Ladino e rimasero feriti due contadini del luogo e Giuseppe Erani, detto Caplêt. Nel cimitero di Castrocaro Terme, nello stesso giorno venne fucilato il marchese Raniero Paulucci di Calboli insieme ad alcuni partigiani.
Il venerdì 25...
Nell’ultima casa di Vecchiazzano, lungo la via Veclezio al n°68, abitava la famiglia Verità. Quando venne l’ordine di sfollare, Giulio Verità, sua moglie e le figlie andarono in casa della famiglia Benedetti, detta casa Mônt o Canèra , in via Tomba al n°...
inserito da Andrea Gorini in data 24/02/2009
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Il 13° corpo britannico di riserva in Toscana si era mosso con la 6° divisione corazzata lungo l’asse Dicomano –Forlì e la 1° di fanteria lungo l’asse San Lorenzo Faenza al centro l’ottava divisione indiana con canadesi della 1° brigata corazzata, ma i ...
L'eccidio di Vecchiazzano, 9 civili uccisi dai tedeschi e poi gettati in un pozzo, circa sessant'anni dopo
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Anche io mi ero emozionata quel giorno. È successo qualche anno fa. Prima mi aveva accompagnata a vedere la via intestata a suo padre, poi eravamo andati a vedere ...