Non sarà facile! Tante cose non sono state facili! Non è stato facile preparare e superare decine di esami, vincere l’ansia di parlare in pubblico, imparare a guidare, imparare a destreggiarsi (si fa per dire) col computer e non sarà facile per me, superati i 60 anni , pigro ed abitudinario, imparare ed abituarmi ad eseguire la raccolta differenziata dei rifiuti. Altri con “Lettere al Direttore” hanno già manifestato la stessa ansia. Ma come è stato per le altre sfide ce la devo fare, ce la dobbiamo fare!
I rifiuti non si devono bruciare!
Il 2 Settembre scorso è stato pubblicato il nuovo Report dell’Health Protection Agency UK (Commissione dell’Agenzia di Protezione della Salute del Regno Unito), su “L’impatto sulla salute delle emissioni nell’aria da parte degli inceneritori”, visualizzabile all’indirizzo: http://www.hpa.org.uk/webw/HPAweb&HPAwebStandard/HPAweb_C/1251473372175?p=1202115571251 .
Nel documento la commissione dice espressamente che “anche con le nuove tecnologie adottate dai più moderni impianti, i miglioramenti per la salute sono talmente piccoli, che gli alert già enunciati in passato restano inalterati”. Bruciando rifiuti si creano grandi quantità di sostanze tossiche e cancerogene, che vengono inevitabilmente dimesse nell’ambiente ed entrano nella catena alimentare, restando nell’organismo soprattutto dei più giovani per decenni.
E si sa che in natura si raccoglie ciò che si semina!
Non sarà facile, ma ce la dobbiamo fare! Dovremo collaborare con gli Amministratori, eventualmente sollecitandoli, suggerendo correzioni, proponendo rimedi se occorrono, ma dobbiamo assolutamente essere convinti di farcela. Non dobbiamo cedere agli interessi degli “inceneritoristi”, forse anche sollecitando i Governanti a togliere loro gli incentivi miliardari (CIP 6) ed a convertirli sulla filiera del riciclo. Soprattutto non dobbiamo rischiare che lo stesso gestore degli impianti faccia di tutto per far fallire la raccolta differenziata. Non sarà facile, lo so! Ma lo dobbiamo fare non tanto per la nostra generazione di sessantenni e per quella dei nostri figli trenta-quarantenni, ma soprattutto lo dobbiamo a quella dei nostri nipoti, che rischiano di pagare durissime conseguenze derivanti dalle nostre dissennate abitudini.
Ruggero Ridolfi |