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Articolo inserito da Andrea Gorini in data 27/06/2015
Info a Vecchiazzano
letto 21853 volte in 9 anni 4 mesi e 27 giorni (6,37)
3° anniversario di Gilberto

Ricordando Gilberto Giorgetti a 3 anni dalla sua scomparsa il 20 luglio 2012, all'ospedale Morgagni di Vecchiazzano.

Appassionato di storia locale, ha pubblicato con il suo solito entusiasmo numerosi articoli su questo sito, dedicato al suo paese natale. Fondatore ed animatore dell'associazione culturale 'La Foglia', Giorgetti era molto noto in città sia per le innumerevoli pubblicazioni e collaborazioni con giornali locali, sia per il suo impegno politico a fianco di Marino Bartoletti nella lista 'Viva Forlì'. Giorgetti è morto all'età di 71 anni.

Sergio Sala, Gilberto Giorgetti e Lamberto Valli in una foto del 1960

Dal carattere eclettico è nato a Forlì il 4 gennaio 1941, figlio di Agostino (disperso in Russia dal 1943) e di Pia Valbonesi, dal 1965 era sposato con Giuseppina Masotti ed ha due figli, Fabio e Giorgio. Alle scuole industriali di Forlì, Giorgetti ebbe come insegnante di disegno lo scultore Giuseppe Casalini. In seguito, la passione per l'arte lo portò a frequentare i pittori Antonio Barrera, Giulio Cisari, Irene Zini, Maceo Casadei, Irene Ugolini Zoli, con la quale a Forlì collaborò alla squadratura degli affreschi nella sala riunioni del Tendicollo di via Maceri, ma il suo vero maestro è stato Antonio Barrera, pittore e promotore della Quadriennale Romana, che partecipò a dieci Biennali Veneziane. Quando l'artista si stabilì a Forlì conobbe casualmente Giorgetti. Quindi la formazione pittorica di Giorgetti è proprio da collegare ai cinque anni che Barrera visse a Forlì, ospite della Fondazione Garzanti.

Dopo la morte del maestro, avvenuta nel 1970, Giorgetti iniziò ad interessarsi di storia locale e negli anni Ottanta contribuì graficamente ai volumi di mons. Gian Michele Fusconi: "S. Antonio di Padova a Forlì" e "Forlì e i suoi Vescovi". La sua figura è molto nota per la partecipazione a tantissimi incontri in cui illustrava le vicende della storia cittadina. Uomo di cultura, attivo nell’associazionismo, animatore di iniziative, appassionato di storia e di memorie cittadine, Giorgetti ha legato il suo nome a numerose pubblicazioni, articoli, convegni, incontri e mostre. Con la sua scomparsa, Forlì ha perso un cittadino di rilievo che con forza di volontà e passione ha dimostrato grande impegno a favore del proprio territorio.

Gabriele Zelli, sindaco di Dovadola, scrisse:“È  Scomparso con Gilberto un cultore dell'arte e della storia di Forlì e della Romagna". Gilberto era un accurato studioso, un minuzioso collezionista di documenti (preziosissimo il suo archivio di foto d'epoca di Forlì e non solo) e un appassionato di motori: era un interprete a tutto tondo della più genuina cultura romagnola, che spetta a tutti noi evitare che vada dispersa"

Il vuoto lasciato dal grande storico forlivese scomparso il 20 luglio 2012 per un ictus, si stempera parzialmente nella ricchezza del suo lavoro storiografico, frutto di decenni di studi e ricerche. Autore di numerose pubblicazioni su Forlì, Giorgetti ha attinto a piene mani al suo monumentale archivio documentale.

“E’ tutto a disposizione di quanti vogliono continuarne l’opera”. Per Giuseppina “Pina” Masotti, vedova Giorgetti, il modo migliore per ricordare l’amato “Gibo” è proprio “coccolare” lo straordinario patrimonio lasciato dal marito. Si stanno adoperando con impegno i figli Giorgio e Fabio, soprattutto quest’ultimo, tecnico operatore della sede Rai di Bologna, che scansiona e digitalizza carte su carte non appena ha un momento libero. “Ogni volta che un ricercatore o anche semplicemente un amico – continua Pina - chiede di curiosare fra quei pezzi unici, stampe, cartoline, scritti, disegni e persino registrazioni vocali dei protagonisti della storia forlivese dai primi del ‘900 ad oggi, è come se Gilberto fosse ancora qua, in carne e ossa”. Giorgetti continua a vivere grazie alla straordinaria passione per la storia della sua città.

“E’ vero – conferma Pina - ma è stato proprio quell’interesse per il passato e la tradizione romagnola che gli ha fatto amare la vita, anche nei vent’anni e più trascorsi su una carrozzina a causa della malattia”. La più grande scoperta di Gilberto rimane un sito archeologico alle porte di Forlì, sulla strada per Meldola, intuito quando ancora stava bene, mettendo a confronto i documenti in suo possesso con quanto emerso dal cantiere di un’opera pubblica. Giorgetti amava Forlì e i suoi protagonisti. Coautore di una collana sui rioni cittadini avviata nel 2004 dalle Edizioni Almanacco, nel volume dedicato a Borgo San Pietro sorprese tutti con l’annuncio del ritrovamento di una formella in cotto, incastonata nell’antica porta, riportante l’anno del rifacimento delle mura da parte di Caterina Sforza. Com’è noto, agli inizi del XX secolo l’Urbe era ancora circondata dai possenti bastioni di difesa, eretti a partire dal XIII secolo e completati dalla Lady di Ferro durante la sua signoria. Nel 1905, scimmiottando una decisione analoga presa a Bologna, l’allora Amministrazione comunale di Forlì pensò bene di farne tabula rasa, in quanto “ostacolavano lo sviluppo dei commerci”.

Non fu risparmiata neppure l’antica Porta Valeriana, posta sullo sbocco di via Battuti Verdi su viale Salinatore, in cui sopravviveva una madonnina ancora veneratissima dalla popolazione. “In una parete delle mura a lato della Porta San Pietro – scrive Giorgetti in “Borgo San Pietro” – la Signora di Forlì aveva fatto collocare una piastrella con l’anno di consolidamento dei bastioni. Della piccola lapide, citata nella sua “Cronaca” da Biagio Bernardi, detto Novàcula, non si conosceva l’esistenza”. Realizzata nel 1864 in luogo dell’antica porta, la cosiddetta Barriera Mazzini era sfuggita alla demolizione delle mura, ma non al bombardamento aereo del 19 maggio 1944. “Qualcuno pensò di recuperare e porre in salvo la piastrella di Caterina, che recentemente è apparsa in una collezione privata”.

L’importanza di quella mattonella sfuggì a tutti, ma non a Gilberto. Il suo primo libro è stato “Forlì ieri e oggi”, scritto a quattro mani nel 1989 con don Mario Fusconi Negli ultimi giorni di vita stava lavorando alla nuova uscita della collana “I Borghi”, dedicata a Vecchiazzano, la località in cui nacque il 4 gennaio nel 1941 e dove giacciono i suoi resti mortali, nel locale cimitero. La pubblicazione, realizzata a marzo del 2014 a cura di un gruppo di studiosi locali, è stata dedicata proprio all’indimenticabile “Gibo” Giorgetti e all’amore incondizionato per la sua città.

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Commenti
 
Commento inserito da Pino Casadei in data 27/06/2015 17:45:58
www.vecchiazzano.it/p.asp?p=1804&i=1497

Vorrei aggiungere questo mio modesto contributo, per evidenziare alcuni aspetti della personalità di Gilberto.
Gilberto, in età giovanile, fece parte della filodrammatica della parrocchia di Vecchiazzano, interpretando con successo, sotto la regia di Don Biagio Fabbri, diverse commedie.

La foto, scattata l'11 gennaio 1959, lo ritrae (a sinistra) mentre interpreta il dramma: “Gente finita”.

Non bisogna nemmeno dimenticare il suo impegno per mantenere vivo il ricordo delle canzoni del nostro compaesano Mario Bonavita (MARF), di cui ancora nel mondo echeggiano le note di “Bombolo”.

Negli anni '80-'90 Gilberto scrisse il testo dialettale di molte canzoni, e alcune di queste parteciparono con successo al concorso “E CAMPANON” che si svolgeva a Cesena.

Ritengo che sia doveroso mantenerne vivo il ricordo delle sue composizioni; ed ora che ci ha lasciati, assume un significato particolare e profondo una delle sue ultime opere che ha per titolo:

“ E DE CH'A PARTIRO'.

Il testo di questa canzone rappresenta perfettamente la figura di Gilberto, con  la sua sensibilità di pittore, l'amore per la natura e per la Romagna, e la sua fede che lo ha sorretto nei lunghi anni della malattia.

 

'E dé ch'a partirò

Che dé ch'a partirò
purtim do goz' ad zil
dla mi Rumâgna.

Che dé ch'a partirò
laᶊim cantê in te zil
“La gramadora”.

Purtim tot i culur dal foj
prema ch'al chesca,
'e völ dal rundanén int l'eria féna,
e pu l'udor dla nebia a la maténa.

Che dê ch'a partirò
purtim nec un po' d tëra     
da Bartnöra.

Che dé ch'a partirò 
dasim 'na caparëla
cla m'arschelda. 

L'arlus 'e biânc dla neva in ti cunfén 
dla mi Rumâgna; 
e quand che neᶊ 'e sol a la maténa
purtim un po' ad che rösa dla maréna.

Che dé ch'a partirò
dasim e roᶊ de zil quând
cus fa sëra.

Che dé ch'a partirò,
dasim la luᶊ dal stël
a premavera.

Ch'al pösa sempar stè sora a sta tëra,
ch'al pösa illuminè Rumâgna bëla.
Ch'al pösa sempar sté sora a sta tëra
parché, al so za, un bël dé...
arturnarò!

Gilberto Giorgetti

Il giorno che partirò

Quel giorno che partirò
portatemi due gocce di cielo
della mia Romagna.

Quel giorno che partirò
lasciatemi cantare in cielo
”La gramadora”.

Portatemi tutti i colori delle foglie
prima che cadano,
il volo delle rondini nell'aria fine,
e poi l'odore della nebbia mattutina

Quel giorno che partirò
portatemi anche un po' di terra
da Bertinoro.

Quel giorno che partirò
datemi un mantello
che mi riscaldi.

Risplende il bianco della neve ai confini
della mia Romagna;
e quando nasce il sole al mattino
portatemi un po' di quel rosa marino.

Quel giorno che partirò
datemi il rosso del cielo quando
si fa sera.

Quel giorno che partirò,
datemi la luce delle stelle
a primavera.

Che possano sempre stare su questa terra,
che possano illuminare Romagna bella.
Che possano stare sempre su questa terra
perché, lo so già, un bel giorno...
ritornerò!

Gilberto Giorgetti

 




Commento inserito da Alessandra Maltoni in data 28/06/2015 08:31:09
www.vecchiazzano.it/p.asp?p=1804&i=1498

Vi avevo contattato x conoscere il sig. Giorgetti...purtroppo già mancato... xchè nel vostro sito avevo trovato un cenno storico  -x me UNICO nel suo egenere- in cui si parlava del mio trisnonno Maltoni Tommaso di Terra del Sole...Lui con tutri i suoi gigli / tra cui il mio bisnonno Giuseppe/lasciò la Romagna x trasferirsi ad Ancona nel 1861 dove lavorava all costruzione della neo/ferrovia italiana dell'Italia Unuta...aveva sempre Rimpianto la Sua Romagna e trasmesso alle generazioni dopo quel senso di Nostalgia...tant'è che mio Nonno lo  hiamavano il.Romagnolo. famiglia di idee progressiste e risorgimentali...ma mi ha fatto Moltissimo Piacere trovare traccia appunto in quello scritto Sul ponte di Vecchiazzano e la Trafila Garibaldina. Il pezzo parla del passaggio di Garibaldi scortato da uomini coeaggiosi tra cui Tommaso Maltoni / detto Masotti/ da Forlì a Terra del Sole e poi  v.so la Toscana x sfuggire agli Austriaci. Mi Piacerebbe mokto poter visionare qualche Documento...un Mio Grazie ai Familiari che continuano questo Straordinario Lavoro di Conservazione della Memoria Storica di cui abbiamo sempre più Bisogno Tutti. Io vivo tra Ancona  e Bologna dove Lavoro al Dams di Unibo...Raggoungo Forlì in quasiasi momento. Potete Contattarmi al 366/6024998 i alessandra.maltoni@unibo.it




Commento inserito da Andrea Gorini in data 10/07/2015 17:07:30
www.vecchiazzano.it/p.asp?p=1804&i=1501

Ecco una copia della Formella in cotto che Gilberto descrive nel volume dedicato a Borgo san Pietro, formella che indica l'anno del rifacimento delle mura da parte di Caterina Sforza.

"Le mura della città sono state continuate da Schiavonia a Porta Cotogni da Cristoforo Lugensi Morattino Tolomeo e Provolo dei Provoli per ordine di Caterina Sforza"

36° Copia della Formella originale di Gianni Cianciarini

Grazie a Pino Casdei per la foto




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