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Articolo inserito da Andrea Gorini in data 28/01/2015
I libri
letto 20815 volte in 9 anni 9 mesi e 18 giorni (5,83)
"Legami di sangue" di Ilaria Milandri

Scrive Marianna De Rossi:

Legami di sangue chiude la trilogia che vede protagonista l’investigatore Brando Neri. Mi dispiace un po’ doverlo salutare;  è vero che nel panorama editoriale italiano i cosiddetti romanzi seriali non mancano, è vero anche che Brando non è il primo e non sarà l’ultimo investigatore figo, infallibile e rubacuori, ed è altrettanto vero che ormai nessuno inventa più niente, il problema però è che non tutti quelli che scrivono storie lo sanno fare bene come Ilaria Milandri.
In Legami di sangue ritroviamo un Brando smarrito, alle prese con la decisione peggiore della sua vita: mettere fine alla sua esistenza prima che qualcos’altro decida per lui. Non è facile prendere una decisione del genere. Non è facile stabilire quando è il momento migliore e come. Non è facile immaginare come gli altri reagiranno ad una scelta del genere. A volte però al destino non basta punirci solo una volta, si diverte ad infierire, si diverte a sferrarci il colpo di grazia facendo così vacillare quelle labili decisioni che pensavamo di aver preso. Ed è così che Brando scopre qualcosa che cambierà totalmente la sua vita e il suo modo di pensare.
Ilaria Milandri sa raccontare i tormenti di un uomo con grande efficacia, Brando, pagina dopo pagina, analizza tutta la sua vita e le persone che la compongono... e lo fa nell’afa di giornate caldissime, che rendono tutto più faticoso e soffocante.
Legami di sangue si legge con grande curiosità, ma anche con un leggero senso di inquietudine. Riprende un po’ i temi affrontati in Visione cieca: la mescolanza tra il bene e il male, Brando e l’assassino che sono opposti e complementari allo stesso tempo e in entrambe le storie c’è una figura molto importante che è quella materna, quella che può dare e togliere la vita.
Ottima la scrittura, essenziali i dialoghi, molte le riflessioni. Sicuramente è un testo complesso, perché molto introspettivo, ma anche intrigante, capace di sottolineare con forza sentimenti profondi e profonde infelicità attraverso l’uso sapiente delle parole.

 

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