Articolo inserito da Gilberto Giorgetti in data 30/08/2006
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Il gioco della volpe
Era la solita combriccola riunita attorno alla “Perugina”, la piccola e calda stufa di ghisa che rendeva piacevoli le fredde serate invernali: quante ne ha viste la povera “Perugina”!
Cosa facciamo stasera?
Io direi di fare il gioco della volpe.
E l’idea piacque a tutti.
Che cos’è il gioco della volpe?
Rispose Danilo.
Perché non lo sai? Consiste nel catturare la volpe per la coda. Chi riesce per primo a prenderle la coda e a farla cadere in terra vince al gioco.
Ora ti spiego – disse Loris – io sarò la volpe e nel buio mi presenterò con una canna in mezzo alle gambe che fungerà da coda, il primo che prenderà la canna e riuscirà a farmi cadere avrà vinto altrimenti vincerà la volpe.
Mentre Loris e gli altri spiegavano il gioco a Danilo, un’altro andò nel retro della canonica, dietro alla casa del contadino del prete e dal mucchio di canne, ammucchiato nell’angolo delle due case, ne estrasse una robusta e poi andò ad immergerla più volte nella turca del gabinetto poco distante.
Il gioco iniziò e Loris prese con attenzione la parte pulita della lurida canna e se la mise in mezzo alle gambe, poi, come d’accordo, nel buio del corridoio procedette lentamente verso la porta del teatro dove la goliardica compagnia, con in testa Danilo, doveva catturare la volpe.
Infatti, a Danilo era stato dato il privilegio di prendere per primo la volpe e gli altri lo incitavano di stare attento e di afferrare bene la canna perché da dietro lo avrebbero aiutato a tirare per far cadere la volpe.
Improvvisamente la canna guizzò dentro la porta e Danilo l’afferrò con tutta la forza mentre le mani gli scivolavano in una maleodorante poltiglia che gli riempì le mani.
Ma, è merda!
Esclamò sorpreso ed istintivamente si pulì sul muro del teatro.
Il giorno dopo alcuni sentirono Maria, la perpetua, che inveiva attorno alla canonica.